Reggio. Cannizzaro, gli Occhiuto e quegli appelli che fanno ridere

Caro direttore Carchidi,

è un periodo che Ciccio Cannizzaro non fa i suoi tour girando con il suo seguito il lungomare di Reggio Calabria e il corso con tappa in un noto bar della nostra bella città per stringere mani dei suoi stessi fedelissimi perché i più lo ignorano, ma sta allargando il percorso. È strategia di Forza Italia cambiare magistralmente, questo lo ammetto, la realtà. Ti fanno calare in una dimensione da sogno, dove Ciccio Cannizzaro diventa il politico degli anni d’oro che dietro si trascinavano metà cittá appena uscivano. Ieri guardando il Tg e vedendolo a spasso niente poco di meno con Tajani ho notato un personaggio che mi ha particolarmente colpito: il suo ex sindaco, Mario Occhiuto.

Riflettendo ho associato il mio concittadino ai fratelli Occhiuto in quest’arte, quasi terapeutica, di farti vivere una realtà diversa. Così leggendo i giornali, ricordo che iniziavo a spostarmi per motivi di lavoro verso Cosenza, e mi aspettavo di trovare una sorta di cittá svizzera: traffico ordinato, strade pulite, castelli illuminati a giorno, due fiumi navigabili, cantieri aperti per collegare  una funicolare alla Sila e il ponte di Calatrava che univa le due rive del fiume. Ho avuto invece un impatto traumatico, bella città ma nulla di quello che i giornali che lei definisce di regime, e le TV locali che non sono di meno, lasciavano intendere. È un po’ come se segui Roberto Occhiuto sui social e ti lasci travolgere per attimi da una Calabria da sogno anche se basta toccare i lungomari che costeggiano quei tramonti mozzafiato che propone  per rimanere impietrito: sporchi e trascurati.

Ti basta doverti spostare con  un mezzo pubblico per fare un tuffo nel passato e sentirti fortunato a trovarne uno se abiti in centro abitato più grandi, e dove ogni sera preghi nostro Signore per farti stare bene con i propri cari per non rimanere traumatizzato da ospedali e sanità pubblica sempre più orientate al privato.

Nella questione del momento, quella degli idonei della scuola, altro capolavoro di questo centrodestra, persone che hanno superato un concorso e hanno dovuto subire l’umiliazione di  essere rimasti fuori per fare spazio al cinquanta per cento di riserve che hanno firmato i contratti a tempo indeterminato senza sapere né leggere e né scrivere a guardare i punteggi. Leggo che questa categoria del Merito spera in un intervento di Ciccio Cannizzaro risolutivo ai loro problemi. Se anche non mi pubblica mi basta che lei mi legga: mi sto sconquassando dalle risate da ieri dopo avere letto gli appelli accorati dei precari al Nostro Ciccio. Le auguro un sereno Natale.

Salvatore Ciurleo