di Isabella Marchiolo
Fonte: Reggio Today (https://www.reggiotoday.it/cronaca/revoca-affidamento-locazione-grande-albergo-miramare.html)
E’ stata revocato l’affidamento in locazione del Grande Albergo Miramare. Una battuta d’arresto dura ma forse inevitabile, che mantiene intrappolato nel suo purgatorio il bellissimo edificio storico del lungomare. Con il perdurare delle criticità emerse con l’aggiudicatario, la Società Gestione e Servizi srl di Roma (che si trova in amministrazione giudiziaria), arriva ora la determina dirigenziale del settore sviluppo economico. L’atto revoca l’affidamento e di conseguenza risolve, per inadempimento, il contratto di locazione dell’immobile, sottoscritto il 26 aprile 2021 per un canone annuo a base di gara di 240.000 euro.
Si scrive così la parola fine sulle vicende di un appalto sfortunato, perché pochi mesi dopo l’aggiudicazione, avvenuta nel 2019, a seguito dell’interdittiva antimafia la società aveva chiesto e ottenuto dal Tribunale di Reggio Calabria la sospensiva con amministrazione controllata. Sotto questa gestione, nel 2021 il Comune aveva formalizzato la locazione dello storico palazzo con l’obiettivo di poterne finalmente avviare il ripristino e la fruizione turistica. La società si è però occupata soltanto di ristrutturare la facciata grazie del bonus 110%. L’autorità giudiziaria, in interlocuzione costante con l’amministrazione reggina, ha poi comunicato il grave stato di crisi, contestualmente proponendo alcune soluzioni per uscire dall’impasse.
Il Comune ha invece deciso di revocare l’affidamento, avviando la procedura nelle modalità e termini di legge. Nessun riscontro è giunto dalla parte interessata, legittimando l’amministrazione a concludere il rapporto contrattuale.
La revoca dell’affidamento è una notizia con tante sfaccettature. Se sia un evento positivo o negativo dipende dalle intenzioni dell’amministrazione, non del tutto chiare poichè meno di un mese fa del Miramare si era parlato nella sesta commissione e non ne erano uscito nulla di concreto. Unica certezza è la necessità di reperire risorse che ad oggi il Comune non possiede per completare la ristrutturazione interna dell’immobile. Dicevamo delle intenzioni: l’avviso pubblico che aveva portato all’affidamento ora revocato confermava la destinazione alberghiera del palazzo come quella naturale e più adatta. Pare sia ancora questa la convinzione del Comune, come conferma lo studio realizzato per l’ente da Horwath Htl, società di consulenza internazionale a servizio importanti catene alberghiere – una su tutte, Hilton – per trasformare il GAM in una hotel a 5 stelle con centro benessere, negozi e ristorazione. Un progetto ambizioso dal costo stimato di 6 milioni di euro, ma senza fare voli pindarici, per l’immobile la priorità è rendere agibili e riqualificare gli ambienti interni: un onere che gli amministratori della società aggiudicataria non possono sostenere, pare di capire. Lo scenario inevitabile è quello di un nuovo bando.
Al Comune era stata prefigurata l’ipotesi operativa di una prosecuzione del rapporto contrattuale con un eventuale cessionario d’azienda (un affittuario, almeno nella prima fase transitoria) nel caso di accesso della società alla procedura di concordato preventivo con previsione della continuità aziendale indiretta. Prorogati i tempi di avvio dell’ attività alberghiera, si è suggerita la conseguente rinegoziazione delle modalità e dei tempi per il pagamento del canone contrattualmente previsto. L’amministrazione si è però determinata diversamente, “in un’ottica prudenziale di legittimità dell’operato, di prevenzione di rischio e di trasparenza per l’individuazione della migliore scelta operativa”.
La notizia è buona o cattiva, nelle due opposte interpretazioni possibili. Quella più ovvia è che con una nuova gara i tempi per il rilancio del Miramare si allungheranno e la riapertura dell’albergo resta lontana. Un’altra visione, ottimistica, ha invece l’amministrazione, che ha disposto la revoca dell’affidamento per non protrarre ulteriormente la situazione di stasi, “al fine di poter definire le azioni da intraprendere per la valorizzazione dell’immobile”. Insomma, questo passo indietro sarebbe un bene perché comunque rimetterà in moto un progetto bloccato – e bisogna farlo senza perdere tempo. Un destino che a Reggio sta accomunando troppe opere, dal ponte sul Calopinace all’aeroporto, in uno stallo infinito che costa alla città il bene più prezioso, quello della programmazione. Basti pensare che della prospettiva, ormai certa, di un altro bando per il Miramare se ne parlava già nel 2022, dopo la fine dei lavori della facciata e le difficoltà a trovare un accordo per gli interni. Rivedere aperto uno dei palazzi più belli di Reggio, protetto da vincolo di bene culturale, sembra un ricordo sbiadito, quasi un miraggio.