Si è conclusa da poco, nel Comando dei carabinieri di Reggio Calabria, la conferenza stampa del procuratore Federico Cafiero De Raho per illustrare i particolari dell’operazione “Provvidenza” contro il clan Piromalli, che ha portato al fermo di 33 affiliati e al sequestro di beni per 40 milioni di euro.
L’indagine, che ha preso le mosse dagli esiti delle operazioni “Cent’anni di storia”, “Maestro”, “Mediterraneo” e “Mammasantissima”, ha accertato la peculiare strutturazione dell’organizzazione, imperniata su una base operativa nella piana di Gioia Tauro e su un’emanazione economico-imprenditoriale attiva a Milano, controllate dal principale esponente della cosca, Antonio Piromalli, 45 anni (figlio di uno degli esponenti storici, Giuseppe Piromalli 72 anni), da molti anni residente nel capoluogo lombardo.

Sul fronte calabrese, le basi operative dell’organizzazione sono state individuate a Gioia Tauro negli uffici della società edile di Pasquale Guerrisi, uomo di fiducia di Antonio Piromalli, e nel casolare di campagna Girolamo e Teodoro di Mazzaferro, cugini di Giuseppe Piromalli cl’45, dove è stata documentata la costante presenza di esponenti apicali della ‘ndrangheta reggina.
Le investigazioni hanno documentato inoltre il controllo delle attività di narcotraffico condotte all’interno dello scalo portuale e la penetrazione della cosca nel locale tessuto economico ed imprenditoriale.
Questi i nomi dei 33 fermati.
– Francesco Sciacca
– Alessandro Pronesti
– Antonio Piromalli
– Loredana Sciacca
– Giovanni Scibilia
– Carmela Sciacca
– Rocco Saccà
– Nicola Rucireta
– Paolo Vincenzo D’Elia
– Michele D’agostino
– Francesco Trunfio
– Giuseppe Barbaro
– Domenico Barbaro
– Grazia Piromalli
– Francesco Cordì
– Domenico Stanganelli
– Rocco Dato
– Teodoro Mazzaferro
– Amedeo Fumo
– Pasquale Guerrisi
– Pietro Gallo
– Annunziata Sciacca
– Carmelo Bagalà
– Vincenzo Bagalà
– Maria Martino
– Teodoro Mazzaferro
– Girolamo Mazzaferro
– Giuseppe Gangemi
– Giovanni Sergio
– Carmine Alvaro
– Francesco Arcuri