Reggio. La grande bellezza della politica. Fdl e Neri, distinti e distanti: la Meloni e lo tsunami annunciato

La leader della destra italiana e l’ex capogruppo di Fdl alla Regione Giorgia Meloni e Giuseppe Neri
Tra le carte dell’inchiesta “Ducale”
La grande bellezza della politica. Fdl e Neri, distinti e distanti
Nel dicembre 2019 prima ancora di essere candidato prometteva: «La Meloni non sa che tsunami le arriverà addosso appena verrò eletto»

A un certo punto della sua vita politica, il consigliere regionale Peppe Neri si è dovuto sentire come il leggendario Jep Gambardella, il protagonista del film “La grande bellezza” che ha vinto il premio Oscar nel 2013. «[o non volevo solo partecipare alle feste, io volevo avere il potere di farle fallire!», diceva Jep. Lui, Neri, non voleva solo partecipare alla festa (Ie elezioni regionali 2020), lui voleva essere lo “tsunami” che avrebbe colpito Giorgia Meloni dentro il suo stesso partito. E lo dice parlando al telefono con un notabile del Pd, l’avv. Demetrio Battaglia, in una telefonata intercettata dal Ros dei Carabinieri e finita in un’informatva dell ‘inchiesta “Ducale”.

Era il 14.12.2019 e si teneva a Cosenza una riunione alla presenza del Segretario Nazionale di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e del coordinatore Edmondo Cirielli. Il nodo da sciogliere, in vista della scelta dei candidati, consisteva nella valutazione se inserire nelle liste coloro i quali, dal centrosinistra, erano transitati nel centrodestra. E questo era anche il caso di Giuseppe Neri che, dai “Democratici Progressisti”, transitava ora in Fratelli d’Italia. L’ex consigliere regionale, che aveva preso parte alla riunione, si affrettava a comunicare gli esiti all’ex on. Demetrio Battaglia, esponente di livello del PD calabrese. Prima che il Neri iniziasse a riassumere i contenuti dell’incontro, Demetrio Battaglia riferiva al suo interlocutore di trovarsi in compagnia dell ‘on. Lorenzo Guerini anche lui «in attesa di ricevere ragguagli nel merito».

Quindi il Neri diceva al Battaglia di aver ricevuto rassicurazioni da parte di Edmondo Cirielli sulla sua candidatura e di essere tranquillo. Dopo essersi fatto beffe dei vertici del partito meloniano, che si erano convinti che la lista “Democratici e Progressisti”, nella quale il Neri era stato candidato ed eletto alle Regionali del 2014 a sostegno di Oliverio. era una “lista civica” quando invece era collocata nello schieramento di centrosinistra, il Neri, rivolgendo la sua attenzione alla Meloni, “‘colpevole” di non averlo invitato a pranzo, affermava: «Lei non sa che tsunami gli arriverà addosso appena verrò eletto io…. che crollo che gli capita dentro al partito… sarà distrutta proprio„.».

Dopo aver ascoltato quanto riferito dal Neri, Battaglia chiedeva se, sulla scorta di tali esiti, poteva «tranquillizzare Guerini» al quale avrebbe riferito poco dopo la conversazione. Anche all’on. Guerini, il Neri riferiva di aver «chiuso» ufficialmente impegnandosi ad avviisare «l’avvocato quando tutto sarebbe stato ufficializzato».
Interessanti anche le valutazioni che l’aspirante Fratello d’Italia faceva dei vertici del partito in cui anelava di entrare: «Fitto zero tagliato… non ha fatto nulla». Mentre su Giorgia Meloni era ancora peggio: «Una nana mai vista… brutta proprio»; tanto che Battaglia lo ammonisce: «In politica non conta l’aspetto fisico… e poi sembra che te la devi sposare». Ma Neri replica: «Se potevo me la sposavo… è la leader del partito».

Questo era il capogruppo di Fdl in Consiglio regionale fino a qualche settimana fa. E questo spiega anche la crisi di Fdl Reggio Calabria, una delle capitali della Destra italiana, che alle Politiche e alle Europee vota in massa per Giorgia Meloni, ma quando poi si deve votare alle elezioni amministrative registra flop clamorosi e in Consiglio comunale a Reggio ha solo un consigliere (Demetrio Marino, anche lui autore di molte piroette politiche). È la dimostrazione plastica della mancanza di una classe dirigente credibile. Eppure a Reggio c’era Peppe Scopelliti con tutto il suo mondo, ma i dirigenti di Fdl sembrano avere messo un veto sull’ex governatore e sui suoi amici (la Destra, si sa, non è indulgente co- me la Sinistra che sa perdonare “i compagni che sbagliano”) andando a pescare in altri partiti (Sandro Nicolò) e nel centrosinistra (Peppe Neri e Domenico Creazzo) causando cosi danni inenarrabili a tutto il partito e alla sua storia. Fonte: Gazzetta del Sud