(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 30 GEN 2019 – Un consigliere comunale di Forza Italia di Reggio Calabria, ex candidato sindaco, Lucio Dattola, ha risposto col saluto romano e un “a noi” a bassa voce, all’appello effettuato nell’aula dell’assemblea per la verifica del numero legale. Il gesto, ripreso da una telecamera, è stato definito “gravissimo, inqualificabile e inaccettabile” dal sindaco Giuseppe Falcomatà. “Ancora più grave – ha aggiunto – perché accaduto all’interno dell’aula del consiglio che è la massima assise democratica. E’ un vilipendio alle istituzioni”. Sulla vicenda è intervenuto anche Giovanni Puccio, coordinatore Pd dell’area metropolitana di Reggio, secondo il quale si tratta “di un episodio gravissimo, che offende il decoro delle istituzioni e denota un grave scadimento di valori a cui, purtroppo, stiamo assistendo da più tempo ai più alti livelli istituzionali. Dal canto nostro, ci affianchiamo al sindaco Falcomatà, che giustamente ha parlato di vilipendio delle istituzioni e ha denunciato la gravità dell’accaduto”.
Ma chi è Lucio Dattola? Dattola è stato il grande capo elettore di Totò Caridi – il senatore forzista recentemente scarcerato dopo una lunga detenzione nell’ambito delle inchieste “Mammasantissima” e “Gotha” – dalla notte dei tempi in virtù di una lunga e sbandierata amicizia tra i due. Alle ultime elezioni politiche, dopo un lungo periodo di silenzio politico arrivato all’indomani dell’arresto del senatore e dell’inchiesta Gotha (sarà stato per timore?) aveva deciso di rompere il silenzio e ufficializzare il suo ritorno al fianco del giovane Ciccio Cannizzaro, erede ormai di tutto il gruppo di Totò Caridi.
Dattola quindi dichiarava che insieme a Lamberti Castronuovo, da sempre considerato vicino al capo indiscusso della paranza ovvero Paolo Romeo, sosteneva il “progetto politico” di Cannizzaro come se fosse una novità ma ciò non è visti i rapporti con Totò Caridi. Una bella combriccola, non c’è che dire: ci mancava solo il saluto romano. E nella giornata di ieri abbiamo scoperto che non era ancora finita… Eh sì, perché questo signore, fascista fino al buco del culo e impresentabile come il saluto romano del quale si vanta, è stato “promosso” dal presidente parassita della Regione, in quota Cannizzaro, a direttore generale di Calabria Lavoro. E tutto questo è accaduto proprio nel giorno in cui è scomparso Giovanni Puccio, che aveva avuto modo di spiattellare in faccia a questi fascisti di merda quello che sono… Una deriva senza fine, povera Calabria nostra!