Reggio. L’omaggio della Curva Sud a Bruno Trocini

Al fischio finale di Reggina-Scafatese, con la vittoria amaranto che sancisce il trionfo nella finale playoff e apre le porte al sogno ripescaggio, è successo qualcosa che va oltre il calcio. Il cuore pulsante del Granillo, la Curva Sud, ha scandito un nome che sa di riscatto e appartenenza: Bruno Trocini.

L’hanno voluto lì, sotto la curva, come si fa con chi ha saputo restituire dignità e orgoglio a un popolo intero. Lo hanno chiamato a gran voce, con quel tono ruvido e sincero che solo chi ama davvero può usare. E Trocini è andato. Con lo sguardo carico di emozione, con la compostezza di chi sa di aver sofferto e di essersi guadagnato ogni singolo applauso.

Perché questa non è solo la storia di un allenatore richiamato in corsa. Questa è la storia di un uomo che si è ripreso la sua squadra, la sua panchina, la sua gente. Bruno Trocini è tornato quando tutto sembrava perduto. È tornato in silenzio, senza clamori, ma con quella determinazione che solo chi conosce davvero il significato della parola “Reggina” può avere.

Ha ricostruito, passo dopo passo. Ha unito uno spogliatoio che cercava un’identità. Ha ridato convinzione a chi aveva smarrito la strada. E oggi, mentre il cielo sopra Reggio Calabria profuma di speranza, Trocini è il volto di questa rinascita.

“Avete portato in alto i nostri colori”, hanno urlato i tifosi. E non è retorica. È verità. In quel grido c’era tutto: la sofferenza, l’attesa, la voglia di tornare a sentirsi orgogliosi. Bruno Trocini e i suoi ragazzi hanno onorato la maglia. Hanno scritto una pagina che resterà. Ora il destino passa da Roma, dai regolamenti, dalla burocrazia. Ma la Reggina c’è. Viva, forte, vera. Con un popolo alle spalle e un condottiero che si è guadagnato tutto.

E se il futuro sarà amaranto, una parte del merito sarà per sempre di Bruno Trocini, che non ha solo allenato una squadra: l’ha restituita alla sua gente. Fonte: ReggioTv