Reggio, Mediterranea: una poltrona per tre candidati alla carica di rettore

Fonte: Reggio Today

E’ tempo di elezioni all’Università Mediterranea. Occorrerà scegliere il settimo rettore che guiderà l’ateneo reggino dopo l’inchiesta Magnifica che ha travolto i vertici e ha portato l’interdizione e poi le dimissioni del rettore Santo Marcello Zimbone.

Adesso a contendersi la poltrona ci sono tre candidati: Claudio De Capua, Nicola Moraci e Giuseppe Zimbalatti. Le urne saranno aperte lunedì 18 luglio (in prima votazione) e martedì 19 luglio (eventuale seconda votazione) e mercoledì 20 luglio (eventuale terza votazione), dalle ore 9 alle ore 17. In caso di mancata elezione alla terza votazione, si procederà al ballottaggio tra i candidati con il maggior numero di voti che si terrà il 22 luglio.

I candidati ed i programmi

Sei anni è la durata del mandato e quindi il prossimo rettore sarà in carica sino al 2028. Sei anni per far nuovamente decollare l’ateno reggino che ha puntato lo sguardo al Mediterraneo. In queste ore i tre candidati stanno presentando, in modalità online, ai Dipartimenti dell’Ateno, e quindi ai docenti, i loro programmi.

Claudio De Capua, professore ordinario di Misure elettriche ed elettroniche del dipartimento dell’Informazione, delle infrastrutture e dell’energia sostenibile (Diies) parla di libertà e regole. “Didattica, ricerca, terza missione, politica per personale e macchina organizzativa devono tutte essere declinazioni della simbiosi tra libertà e regole. E’ mia convinzione che la ricerca sia il motore di tutto ciò che avviene all’università, mentre la didattica sia il compimento cui è finalizzato ogni sforzo lavorativo dell’università. La ricerca dà la direzione alla didattica, ma la formazione didattica fornisce il senso ultimo alla ricerca.

“Ci accingiamo adesso a vivere una stagione molto fortunata, Il pnr 2021-2027 e il Pnrr ci porteranno più risorse di quante ne abbiamo mai gestito. E’ quanto mai opportuno esercitare il controllo affinchè siano utilizzate con efficienza ed efficacia. E’ necessario costiture un Comitato di gestione, con eventualmente un centro di spesa autonomo che solleverebbe i nostri dipartimenti da un carico di lavoro a cui difficilmente riuscirebbero a far fronte. Ancora parla di Terza missione, di didattica e della revsione dello Statuto senza dimenticare le risorse umane e la macchina organizzativa e anche dei migliormaneti dei servizi per gli studenti”.

Nicola Moraci, professore ordinario di Geotecnica del dipartimento Civile energia, ambiente e materiali (Diceam) ha una visione di Ateneo “basata sulla condivisione dei processi decisionali e sulla larga partecipazione agli stessi, intesa come confronto continuo tra il rettore, gli organi collegiali, i direttori di Dipartimento e tutte le componenti della comunità accademica: docenti, personale tecnico amministrativo e bibliotecario e studenti. Tale sistema di governo può a mio avviso essere implementato attraverso reti e gruppi di lavoro, formati da docenti, personale tecnico amministrativo (dei dipartimenti e dell’Ateneo) e rappresentanti degli studenti, coordinati da colleghi e colleghe da me delegati che elaborino strategie di breve, medio e lungo termine da condividere col rettore e da sottoporre all’approvazione degli organi collegiali.

Anche al fine di favorire il massimo impegno e la turnazione, tutte le deleghe del rettore avranno durata biennale e saranno eventualmente rinnovabili sulla base della relazione sulle attività svolte e sui risultati ottenuti presentati annualmente al rettore e agli organi collegiali.  Al fine di favorire la massima condivisione delle notizie, dei processi e delle attività, intendo avviare una riflessione sulla possibilità d’uso di strumenti di lavoro collegiale basati sulle nuove tecnologie da adottare su larga scala e a tutti i livelli.

L’incremento del numero di immatricolati non passa solo da generiche attività di promozione dei singoli corsi ma da un significativo rilancio dell’immagine e da una ripresa generale di fiducia da parte, in primis, del nostro territorio di riferimento nell’Ateneo.

Pertanto, oltre a garantire un’offerta formativa centrata sui bisogni, innovativa, di forte spessore culturale è necessario: incrementare l’impegno dei docenti nelle attività didattiche, valorizzando le eccellenze e l’innovazione didattica; favorire la formazione continua dei docenti; offrire agli studenti servizi di qualità in ogni settore (segreterie studenti, servizi di abitativi e di trasporto, servizi per la cultura e il tempo libero, servizi per studenti con bisogni specifici), monitorando con appositi sportelli di ascolto e strumenti informatici (app ad esempio) eventuali problematiche secondo le migliori esperienze di customer care; verifica e aggiornamento continuo della proposta culturale dell’Università. Inoltre, la didattica erogata deve prevedere, laddove possibile, maggiori esperienze laboratoriali e di tirocinio e percorsi di studio quanto più flessibili possibile che possano consentire ai nostri studenti di arricchire il proprio percorso formativo con un ampio spettro di materie affini e integrative.

L’attività didattica deve, inoltre, prevedere all’interno dei corsi di studio, nel rispetto delle specificità delle attività formative offerte, l’inserimento di percorsi di soft skills che possano garantire competenze trasversali di problem solving, di comunicazione, di attitudine al lavoro di gruppo e di visione d’insieme. Queste abilità interpersonali e comunicative, oltre ad essere utili in qualsiasi contesto di vita, sono competenze strategiche per il successo professionale in tutti gli ambiti lavorativi e come Università siamo chiamati a proporre specifiche opportunità formative per lo sviluppo di queste competenze”.

Giuseppe Zimbalatti, professore ordinario Meccanica agraria presso il dipartimento Agraria e attuale direttore generale dell’università Mediterranea di Reggio Calabria. Nel suo ricco programma parla di “Istruzione universitaria, ricerca, innovazione e terza missione, servizi istituzionali e generali sono lo sfondo del piano strategico di Ateneo su cui proiettare le linee di una prospettiva e di una visione per la Mediterranea. Sono del parere che tale visione deve necessariamente essere a lungo termine ma, al contempo, deve essere abbinata ad azioni di breve e medio periodo. Condizioni, queste, che richiedono un Piano Strategico dinamico, aggiornato costantemente con cadenza annuale, per essere al passo con fatti, normative, disposizioni ed eventi presenti e futuri, in modalità condivisa e partecipata.

In particolare, relativamente all’Istruzione Universitaria, nell’ottica di un costante miglioramento della qualità della formazione, l’Ateneo deve avere l’obiettivo di porre particolare attenzione: alla centralità dei diritti della componente studentesca e delle sue aspettative, considerandola partner privilegiata delle attività che la riguardano; all’implementazione dei servizi utili per l’inclusione del maggior numero possibile di studenti raggiunti dall’offerta formativa; alla definizione di contenuti innovativi e avanzati della didattica e della formazione per lo sviluppo delle conoscenze, delle competenze, delle abilità e della persona, anche in relazione all’internazionalizzazione e ai corsi di dottorato di ricerca.

Sul fronte della Ricerca, dell’innovazione e della terza missione, l’Ateneo deve sviluppare con sempre maggiore impegno attività strategiche volte a migliorare la qualità della ricerca svolta, a consolidare le infrastrutture di ricerca, nonché a rafforzare i corsi di dottorato e ampliare le prospettive di internazionalizzazione.

Per quanto concerne i servizi istituzionali e generali, l’Ateneo deve perseguire il miglioramento di trasparenza, efficienza, efficacia e tracciabilità dei servizi, nell’ottica di una governance capace di integrare istanze ed esigenze dell’utenza (corpo studentesco, personale, territorio) con le azioni di gestione atte a perseguire gli obiettivi istituzionali.

Il Nucleo di valutazione ed il presidio della qualità saranno riferimenti imprescindibili per garantire, anche attraverso la terzietà, il miglior procedere possibile nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi istituzionali”.

I rettori della Mediterranea

Il primo rettore dell’Ateneo è stato Antonio Quistelli, già direttore dello I.U.S.A.; resterà in carica fino al 1989.

Rosario Pietropaolo, ordinario di Chimica, nell’anno 1989 è eletto rettore e rimane alla guida dell’Ateneo fino al 1999.

Nel 1999 è eletto rettore Alessandro Bianchi, ordinario di Urbanistica, che rimane in carica fino a maggio 2006, data di nomina a Ministro della Repubblica Italiana per i Trasporti del Governo Prodi.

Nel corso del 2001 è modificata la denominazione dell’Ateneo reggino in “Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria”, con l’ambizione a divenire un riferimento culturale e scientifico nel bacino mediterraneo.

Nel 2007 la guida della Mediterranea è assunta da Massimo Giovannini, ordinario di Disegno, già preside della Facoltà di Architettura, rieletto nel 2010 si è dimesso nel novembre 2012, dopo le elezioni che hanno consegnato la carica a Pasquale Catanoso, ordinario di Scienza delle finanze presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Mediterranea e dal 2007 direttore del Dipartimento di scienze storiche, giuridiche, economiche e sociali.

Dal 14 novembre è stato eletto il primo rettore di Agraria, Santo Marcello Zimbone, ordinario di Idraulica agraria e sistemazioni idraulico-forestali.