A Reggio Calabria non si sta consumando soltanto il dramma sportivo della Reggina ma anche quello – ormai più simile ad una farsa – che vede protagonista invece il sindaco sospeso “Ciccio bello” Falcomatà, il quale in queste ultime settimane ne sta combinando davvero di tutti i colori. Forse anche più del famigerato Saladini, il fantoccio che sta condannando al fallimento la Reggina.
Ma torniamo a Falcomatà e alle sue magnifiche “prodezze”. Il primo campanello d’allarme è scattato giorno 7 luglio attraverso un editoriale di Vittorio Feltri su “Il Giornale”, che all’inizio è passato quasi inosservato ma che invece conteneva già delle indicazioni fondamentali per capire cosa stava accadendo a Reggio. Feltri ovviamente tira l’acqua al mulino del centrodestra e in un momento nel quale lo scandalo della Santanché dilaga, ha cercato di bilanciare proprio chiamando in causa “Ciccio bello”.
Citiamo testualmente: “… Diverso sarebbe se ci fosse una condanna, magari di secondo grado, che impedisca ad un eletto di assolvere alle sue funzioni, come è accaduto al sindaco del Pd Giuseppe Falcomatà, primo cittadino di una splendida città che si affaccia sullo stretto, Reggio Calabria, i cui cittadini da due anni non hanno un sindaco e non sanno neanche dove viva quello che hanno eletto. Qualcuno sostiene addirittura che Falcomatà, che ha vinto un concorso nel capoluogo lombardo, stia lavorando per il Comune di Milano, cioè, ricapitolando, il primo cittadino reggino lavorerebbe non per il suo Comune ma per un altro.
IL PRIMO CITTADINO DISPERSO
Ma perché Falcomatà è scomparso? L’esponente del Pd è stato condannato per abuso d’ufficio già nel novembre del 2021 e quindi è stato sospeso. Nel novembre del 2022 la condanna è stata confermata in appello. Il sindaco disperso di quella sinistra che ci fa la morale anziché rinunciare all’incarico consentendo in tal modo ai reggini, i quali vivono in uno stato di totale abbandono, di avere un sindaco che non hanno più, ha deciso di “restare al suo posto”, tenendo una intera comunità in ostaggio, non per qualche mese, non per un anno, bensì da quasi due anni. E il Pd muto. Anzi no, non muto ma impegnato a domandare le dimissioni di esponenti di centro-destra, colpevoli di nulla. Secondo noi, Falcomatà dovrebbe dimettersi non per rispetto delle istituzioni bensì dei cittadini…”.
Fin qui Vittorio Feltri. Certo, forse è un po’ esagerato paragonare Falcomatà alla Santanché ma non è ancora finita. Perché proprio ieri una serie di messaggi mirati ai media ha rivelato che in quel di Siderno la moglie di Falcomatà, la signora Giovanna Monorchio, ha “beccato” un magnifico affidamento diretto senza gara o concorso che ha fatto strabuzzare gli occhi non solo a noi ma anche ad altri media reggini (https://www.iacchite.blog/siderno-il-sindaco-del-pd-affida-i-lavori-del-teatro-alla-moglie-di-falcomata-senza-concorso/).
E a quanto pare non è solo Giuseppe Falcomatà che si sta muovendo su Milano ma anche la sua signora, che secondo voci molto insistenti nella città dello Stretto, sarebbe residente a Milano addirittura dal 2014 e avrebbe anche acquistato una casa in zona Porta Romana. Da qui la domanda sorge spontanea: ma che fine fanno i soldi assegnati con i lavori di progettazione alla moglie di Falcomatà?