Reggio. Nuova Giunta Falcomatà, vecchie nefandezze

di Nicola Martino

Fonte: Il Meridio (https://ilmeridio.it/nuova-giunta-falcomata-vecchie-nefandezze/)

Per due mesi e mezzo è stato il passatempo preferito di chi non aveva granché di meglio da fare, una assai esigua rappresentanza di coloro i quali nel corso del tempo hanno creduto che nella stessa frase potessero stare, senza conflitti irrisolvibili, la parola “Politica” e Palazzo San Giorgio. Due universi distinti e distanti che, però, non procedono parallelamente ormai da un decennio, il più maledetto, per regista, sceneggiatura e protagonisti, mai conosciuto da Reggio Calabria.

In un eccesso, persino per lui, di onnipotenza delirante, Giuseppe Falcomatà, il sindaco che ha l’ardire, da oltre nove anni, di presentarsi ogni giorno alla città come l’homo novus, di tutto incapace, salvo di inanellare mistificazioni ed illusionismi da prestigiatore, ha scelto il giorno dell’Epifania (la manifestazione di Dio agli uomini) per presentare la sua ennesima Giunta partorita nel corso dei due mandati. Ma ai reggini l’orrore funesto, nelle persone fisiche e nelle omissioni, è ben visibile sin dall’alba di questa epoca terribile marchiata a fuoco da Falcomatà e dalla sua servitù: figure senza valore e senza valori che, indifferenti al rispetto dovuto a Reggio Calabria e, magari, persino a loro stessi, sputano addosso alla loro dignità per scodinzolare, alternativamente, attorno alla ciotola riempita, mai troppo, dal loro sire. Una ciotola che fa dimenticare loro un dettaglio: il sovrano al quale si inchinano, è stato sempre coerente con un principio, servirsi personalmente di chi gli è utile in quel momento, disfacendosene, anche in malo modo, quando le sue esigenze mutavano.

In fondo, potendo giocare sulla consapevolezza di rapporti di forza palesemente ribaltati a suo favore, nella stessa idea concepita, elaborata e concretizzata di rivoluzionare l’Esecutivo municipale, il Primo Cittadino non ha avuto difficoltà a farsi feroce accusatore di sé stesso, parlando di necessità di cambiare passo. Lo fa in ogni occasione in cui sostituisce le pedine in campo, mantenendo un’unica costante: la sua persona. Ma, se i giocatori mandati in campo in questa lunghissima, quanto tristissima stagione, erano scarsi, la responsabilità assoluta non può che essere addebitata all’”allenatore”.

Un gioco perverso in cui a dominare, come sempre, è la contraddizione senza logica alcuna: da un lato egli rivendica i risultati ottenuti, dall’altro, nello stesso momento e senza cambiare tono e scena, sostiene l’urgenza di cancellare la compagnia di teatranti. Un cumulo di cazzate che si tiene assieme grazie alla colla del denaro che, con l’ingresso del 2024, è diventato un fiume in piena in grado di travolgere dignità e decenza, onore e moralità, orgoglio e decoro. Perché, detto brutalmente e sinteticamente, i numeri, secchi, per mandare a casa tutti quanti, sindaco, Giunta e Consiglio, ci sono tutti, senza necessità di pallottoliere, anche perché il pallottoliere è impiegato soltanto per contare quanto flusso di cassa corrente entrerà ancora nelle tasche personali di ciascuno da qui alla fine della consiliatura.

Peraltro, a testimonianza di quanto la disonestà intellettuale sia il filo rosso che lega il 2014 con il 2016, con il 2020 e con il 2023, Falcomatà non ha ritenuto dare spiegazioni concrete, fattuali. Per esempio, non ha considerato opportuno illustrare alla città un solo motivo per il quale Brunetti Paolo, dicasi Brunetti Paolo, F.F.F., Facente FINZIONI Fenicio, suo devoto braccio operativo nei due anni di sospensione, sia stato mantenuto in vita a differenza di tutto il resto della Giunta precedente buttata fuori a calci. A dimostrazione che nessuna valutazione di meriti e nel merito è stata compiuta, altrimenti il Facente FINZIONI Fenicio, invero al pari della maggior parte dei suoi scarsissimi suoi ex colleghi nella stanza dei bottoni, sarebbe ritornato da dove era arrivato. Un discorso a parte merita la sconcertante forzatura di voler presentare i componenti della Giunta di nuovo conio monca degli (eventuali) esponenti del PD, con annessa minaccia, da parte di Falcomatà, che, o si danno una mossa, oppure lui procederà autonomamente. Ulteriore calcio in faccia a chi, come tutto il resto della coalizione, ormai non fa mistero di un godimento masochistico che, evidentemente, soddisfa e ne rende soddisfacenti le loro miserabili esistenze. E, quindi, aspettando che l’umiliazione procuri l’apice del piacere, soffrite con i sei attori momentaneamente sulla scena…