È di 11 milioni di euro il valore delle imprese sequestrate questa mattina dalla Dia di Reggio Calabria, sotto la direzione del sostituto procuratore della Dda, Stefano Musolino, ed il coordinamento del Procuratore della Repubblica, Gaetano Calogero Paci. Le imprese in questione verranno affidate alla gestione di un amministratore giudiziario. Mentre altre 17 persone, oltre agli arrestati, sono indagate, a vario titolo, per i reati di associazione di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, reati contro la pubblica amministrazione.
Le indagini avrebbero evidenziato l’attività illecita degli arrestati, ritenuti appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta Tegano e Condello, operanti nei quartieri di Archi e Gallico alla periferia nord della città calabrese. Il sodalizio, attraverso la gestione “di fatto” di alcune imprese, si sarebbe infiltrato negli appalti e nei lavori edili, tanto da acquisirne il pieno controllo e condizionandone l’ordinaria attività.
Ciò avrebbe consentito all’intero sistema di beneficiare di ingenti vantaggi economici da poter utilizzare per finanziare ulteriori attività di interesse delle cosche. Le indagini hanno chiarito le vicende relative alla edificazione del “Complesso Immobiliare Thalassa“ (da cui prende il nome l’operazione) da parte della società Tegra Costruzioni srl, che avrebbe fatto da schermo agli interessi delle cosche nell’edificazione e nella successiva gestione della vendita dei fabbricati realizzati nel complesso immobiliare.
Gli amministratori della Tegra srl avrebbero ceduto agli esponenti delle cosche Tegano e Condello la selezione della gran parte delle imprese fornitrici e dei compratori degli immobili, ottenendo in cambio la garanzia derivante dalla protezione delle cosche, nonché’ l’ampliamento dei loro interessi imprenditoriali attraverso la gestione, in una porzione del complesso, di una attività ricettiva.
Gli accordi, per gli inquirenti, erano stati definiti, in tutti i dettagli, tra gli amministratori della società acquirente, già a loro volta coinvolti nel procedimento penale Sistema-Assenzio, ed esponenti di spicco delle cosche interessate, attraverso il paravento della società Tegra Srl per eludere la possibile applicazione di misure di prevenzione patrimoniali. Elemento che sarebbe stato ricostruito grazie alle trattative per l’acquisto di una consistente porzione del fabbricato da adibire a punto vendita di una società operante nel settore della grande distribuzione alimentare.
Gli indagati, inoltre, secondo gli inquirenti, utilizzando metodi estorsivi e intimidazioni, avrebbero condizionato l’andamento delle imprese edili, agevolando quelle che costituivano diretta espressione della ‘ndrangheta e quelle che operavano in maniera strumentale agli interessi della criminalità organizzata. L’organizzazione criminale si sarebbe avvalsa anche della disponibilità di pubblici dipendenti. Il responsabile pro tempore dello Sportello Unico Attività Produttive del Comune di Reggio Calabria avrebbe rilasciato permessi a costruire ed autorizzato successive varianti in maniera illegittima, in violazione di quanto previsto dagli strumenti urbanistici vigenti.
GLI ARRESTATI. Il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di Andrea Vazzana di 51 anni, Francesco Vazzana, di 48 anni, e Francesco Polimeni, di 50, per associazione di tipo mafioso ed illecita concorrenza con minaccia o violenza, aggravati dall’aver commesso i reati nel periodo e nei tre anni successivi all’esecuzione nei loro confronti della sorveglianza speciale divenuta definitiva. Custodia cautelare in carcere anche nei confronti di Demetrio e Salvatore Postorino, di 61 e 63 anni, per associazione di tipo mafioso, illecita concorrenza con minaccia o violenza ed estorsione aggravata. Custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Francesco Richichi, 49 anni, per estorsione aggravata. Con la stessa ordinanza è stato disposto il sequestro preventivo di cinque imprese (2 ditte individuali e tre società di capitali) riconducibili agli arrestati.