Guardando le vicende politiche reggine con l’aristocratico distacco di chi sa di avere pagato un prezzo altissimo per essere stato un uomo libero (così come recita il titolo del suo libro), Peppe Scopelliti torna a incontrare la sua gente in un “Porto Bolaro” gremito e non risparmia critiche al centrosinistra (come sarebbe naturale nella dialettica politica) ma anche al centrodestra (cosa innaturale nella stessa dialettica politica).
Ma Scopelliti è così, ormai è scatenato, e se vede una cosa che non gli piace lo dice: «Ho avuto l’impressione che in città, negli ultimi dieci anni, una grossa parte del centrodestra non sia stato molto diverso dal centrosinistra. E questa è una situazione che non fa bene non solo al centrodestra ma soprattutto alla città. Serve una nuova classe dirigente, una classe dirigente seria che sappia distinguere bene le cose». E c’è chi dice, a giusta ragione, che soprattutto a Ciccio Cannizzaro ma anche al parassita Occhiuto sono fischiate le orecchie almeno per due ore…
«Il politico non è un tuttofare – ha ribadito l’ex Governatore – e chiunque sarà indicato come sindaco per il centrodestra si troverà di fronte alla barriera di una classe dirigente e burocratica che non gli appartiene e che non lo sente proprio». Da qui l’urgenza di avviare un processo di formazione di un nuovo gruppo dirigente. «Se non si farà questo sarà fallimentare anche la stagione del centrodestra, e nessuno fino ad oggi si è prodigato a fare questo ragionamento».
Nonostante un passato segnato da vicende giudiziarie, Scopelliti non esclude un suo ritorno attivo nella politica: «Non mi sottrarrò se sarò chiamato a contribuire a questa stagione». Parlando del tema della giustizia, ha sottolineato la delicatezza dell’argomento per chi ha vissuto tali esperienze in prima persona: «Chi non ha vissuto queste situazioni, queste difficoltà di vita, non può capire». Tuttavia, l’ex governatore si dice fiducioso nel lavoro del governo, auspicando una «giustizia giusta» che sappia bilanciare rigore e umanità.
Poi, volgendo indietro lo sguardo, lancia una domanda che dovrà avere una risposta: «Tutti sanno che gli ultimi mesi di pena li ho scontati lavorando all’esterno del carcere, così come prevede la legge. Tutti, però, non sanno che la decisione del Tribunale è arrivata più tardi del dovuto perché la Città Metropolitana si è opposta alla mia richiesta. Mi piacerebbe sapere se il vertice della Città Metropolitana ha avuto un ruolo in questa vicenda».