Reggio, processo alla “Mediterranea”: a giudizio 40 imputati tra cui gli ex rettori dell’Università

Compariranno tutti davanti al tribunale di Reggio Calabria i 40 imputati coinvolti nel processo nato dall’inchiesta denominata “Magnifica”. Nella giornata di ieri, infatti, il giudice per l’udienza preliminare distrettuale ha rinviato a giudizio tutte le persone coinvolte nel processo. Proscioglimento per Lidia Errante, difesa dall’avvocato Renato Russo.
Implicato nel procedimento c’è il gotha del mondo accademico dell’università Mediterranea, finito nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Reggio Calabria che ha acceso i riflettori sui presunti concorsi pilotati nell’ateneo reggino.
Il dibattimento prenderà il via il prossimo 28 marzo. Tra gli imputati gli ex rettori Santo Marcello Zimbone e Pasquale Catanoso, , ma non solo loro.
Ci sono, infatti, praticamente tutte le figure apicali dell’università “Mediterranea” (pro rettore, direttore generale, direttori di dipartimento) oltre a docenti, responsabili delle procedure concorsuali e dell’ufficio tecnico tra i quaranta imputati dell’operazione “Magnifica”, l’inchiesta della Guardia di finanza che ha scoperchiato il filone dei presunti concorsi pilotati per l’assegnazione di cattedre all’università di Reggio Calabria a professori a sfavore di altri candidati con maggiori titoli; e l’utilizzo delle carte di credito dell’ateneo per sostenere spese «per fini personali e non istituzionali».
In dieci rispondono di associazione per delinquere, gli altri a vario titolo di falso ideologico, omissione d’atti d’ufficio, concorso in alcune ipotesi di corruzione. Sono cadute le accuse abuso d’ufficio (che non è più reato) e turbativa di gara.
Il periodo delle contestazioni della procura reggina, secondo la ricostruzione delle Fiamme gialle, va dal 2014 fino all’aprile 2022. Il reato principale, nell’ottica della procura, è associazione per delinquere e grava come detto su dieci imputati, «perché, ciascuno nei ruoli indicati, si associavano allo scopo di commettere molteplici delitti contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica nella direzione e gestione dell’Università degli Studi Mediterranea e delle sue articolazioni dipartimentali».
Le indagini traggono origine da un esposto, presentato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, da una candidata non risultata vincitrice (la messinese Clara Stella Vicari Aversa, oggi vice presidente dell’ordine degli architetti), nel quale venivano segnalate presunte condotte irregolari perpetrate in occasione dell’espletamento della procedura di valutazione comparativa per un posto di ricercatore universitario.