Reggio riabbraccia la sua Patrona, c’è grande attesa. L’appello dell’arcivescovo

Fonte: Reggio Today (https://www.reggiotoday.it/cronaca/madonna-consolazione-festa-intervista-vescovo-morrone-2022.html)

C’è grande attesa a Reggio per il ritorno di Maria, madre della Consolazione, tra le braccia del suo popolo. Si attende sabato per la discesa in città, in processione, per arrivare in Cattedrale.

Dopo due anni di fermo, in cui il Quadro è arrivato in Duomo senza il seguito dei suoi fedeli a causa delle norme anti Covid, ecco che adesso si vive l’attesa con grande fermento. Anche per l’arcivescovo metropolita della diocesi Reggio-Bova, mons. Fortunato Morrone sarà, di fatto, la prima volta che vivrà la processione tra le strade della città con la Vara e i suoi portatori.

“Mi hanno detto di questa grande partecipazione popolare, si parla di centocinquantamila presenze, sarà molto emozionante” racconta a ReggioToday l’arcivescovo reggino, che lo scorso settembre da poco insediatosi non ha potuto vivere questa esperienza visto che il Quadro raggiunse la Cattedrale, scortata dal presidente e da alcuni portatori, su un autobus messo a disposizione dall’Atam.

“C’è un sentire religioso, c’è qualcosa che attrae – spiega Morrone – c’è devozione e devozione, significa sentire Maria, madre di Gesù, madre nostra, Maria di Nazaret come colei che più di altro è stata discepola del Signore. Quando noi la invochiamo in Lei vediamo l’esemplare di una vicenda storica, limitata nel tempo, a Nazareth, eppure in quel “nulla” ha operato perchè ha trovato spazio. Possiamo dire che Maria è lo spazio di Dio in questa storia, lo spazio di una creatura, donna, con tutto quello che comporta allora e oggi, e compie grandi cose”.

“Maria è madre, e sa, come dice Dante – sottolinea l’arcivescovo – che prima è stata generata, “Lei è madre perchè è figlia di tuo figlio”. Solo Dio genera, da vita, in Dio ciascuno può essere madre e padre se vive il suo essere figlio. E’ bellissima questa immagine di Dante Vergine madre, maternità che è verginità perche si riconosce dono di Dio, il suo Signore è suo figlio. Maria è madre, perchè è madre di Gesù”.

Ecco la Madre che torna tra i suoi figli, tra i suoi fedeli, cinque chilometri il percorso che farà in questo abbraccio lungo dall’Eremo alla Cattedrale, ma c’è da chiedersi cosa vuol dire per la città vivere i festeggiamenti settembrini soprattutto dal punto di vista religioso. In un momento in cui la città sembra ripiombata nel buio, e dove c’è un’emergenza educativa giovanile, rese sempre più evidente dalle recenti risse per strada.

“I giovani sono la nostra sfida – spiega Morrone – o meglio l’opportunità, per pensare ad un approccio diverso. Questi segnali di violenza sono segnali di solitudine, di rabbia, di impotenza, di futuro che non si intravede neanche vista la situazione socio-economica di questa terra.

C’è una complessità di una città che, per responsabilità di tutti, non riesce ad offrire spazi di socializzazione. Ecco la grande opportunità è: più che parlare a loro, dobbiamo ascoltarli. Questa è la cosa più faticosa. Sentire loro, che cosa bolle nella loro pentola, certo non è quello che bolliva cinquanta anni fa. La violenza è un grido di solitudine.

E’ un appello alle nostre coscienze di adulti, a me vescovo, questa è una bella sfida! Partecipando a questa festa, loro, i ragazzi, possono indirettamente o direttamente vivere la bellezza di stare insieme e di camminare insieme: una folla tira altra folla. L’invito ai giovani è di partecipare, di essere parte di una comunità, di essere protagonisti. Un ascolto più attento di ognuno di loro è forse il compito vero che abbiamo attualmente”.