I carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno proceduto al sequestro, ai sensi della vigente normativa antimafia, di beni mobili, immobili e prodotti finanziari, per un valore stimato di circa 2.000.000 di euro, operato nei confronti di STIPO Francesco, imprenditore edile 44enne di San Luca (RC).
Forte è, inoltre, il legame tra lo STIPO e il cognato GIORGI Giuseppe, cl. 61, alias “U Capra”, elemento di spicco dell’omonima consorteria arrestato lo scorso 2 giugno dai Carabinieri di Reggio Calabria dopo una lunga latitanza.
Tra i beni sequestrati stamani vi sono, infatti, anche i circa 160.000 euro, in banconote di vario taglio, rinvenuti durante le operazioni di perquisizione seguite alla cattura del cognato-latitante, presso l’abitazione di STIPO, occultate all’interno di una intercapedine ricavata in una parete. Ma esiste un precedente, già nel 2007 all’interno dello stabile dove risiede l’interessato veniva rinvenuto un “bunker” presumibilmente utilizzato da esponenti della cosca durante la latitanza.
STIPO Francesco, oltre alle parentele con i soggetti appena elencati, vanta un curriculum criminale di rilievo, in particolare veniva arrestato nell’ambito dell’operazione della DDA reggina convenzionalmente denominata “ITALIA CHE LAVORA” perché ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso, frode in pubbliche forniture ed illecita ingerenza in appalti pubblici. Nel 2014, inoltre, veniva condannato alla pena di quattro anni di reclusione poiché ritenuto responsabile di illecita concorrenza con violenza o minaccia aggravata dall’aver agevolato organizzazioni di tipo mafioso e/o per aver utilizzato il metodo mafioso.
L’uomo, nella circostanza, è stato anche sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza.