Fonte: Strettoweb (https://www.strettoweb.com/2023/10/reggio-calabria-lamministrazione-e-in-frantumi-tutti-i-retroscena-sulla-faida-interna-tra-comune-e-citta-metropolitana/1606018/)
Fuori controllo. La situazione politica di Reggio Calabria è finita totalmente fuori controllo: se quella della Reggina era stata la miccia per far detonare l’esplosivo, la scintilla che ha innescato lo scoppio è arrivata dal caos delle scuole. Il fronte interno all’Amministrazione Falcomatà che da quasi dieci anni guida il Comune e la Città Metropolitana è divampato negli ultimi giorni in cui gli amministratori comunali e quelli metropolitani se le stanno dando di santa ragione, pubblicamente, senza freni, in un contesto che non ha precedenti politici anche oltre i confini della città. Di fatto, l’Amministrazione è in frantumi: non esiste più. Non c’è unità d’intenti, non c’è un comune indirizzo politico, non c’è quell’amalgama necessario a guidare una città. Eloquente quanto sta accadendo per le questioni riguardanti le scuole. La Città Metropolitana diffonde una nota contro il Comune per la vicenda del “Galilei-Pascoli”, il Comune risponde parlando di “azione illegale” da parte dell’ente “gemello”. Eppure sono consiglieri e assessori degli stessi partiti, del Pd e del Centrosinistra che hanno iniziato a guidare la città nel 2014 e che adesso stanno vedendo il più triste e drammatico epilogo di una stagione amministrativa disastrosa…
Cosa succederà?
Forse l’Amministrazione Falcomatà è andata così tanto in frantumi proprio per la consapevolezza che tutto sta per finire. In ogni caso, infatti, oggi – il 25 ottobre – questa stagione amministrativa vedrà i titoli di coda: se la Corte di Cassazione considererà inammissibile il ricorso del primo cittadino avverso la condanna della Corte d’Appello sul processo Miramare, il 26 ottobre (domani) Reggio Calabria si risveglierà con i commissari prefettizi e tornerà al voto entro pochi mesi, in primavera 2024. Se, al contrario, la Cassazione ammetterà il ricorso di Falcomatà, il primo cittadino tornerà al suo posto proprio quando mancheranno due anni alla fine della consiliatura, dopo tre anni dalle elezioni del “secondo tempo” e dopo due anni dalla sospensione che ha visto Falcomatà sostituito da Brunetti e Versace. Ed è proprio in questo secondo caso, il ritorno di Falcomatà, che ne vedremo delle belle dal punto di vista politico.
La decisione della Cassazione è attesa tra le ore 19 e le ore 21.
Il ritorno di Falcomatà: uno scenario totalmente impazzito
Il ritorno di Falcomatà significherebbe il totale reset di tutti gli assetti politici attuali sia al Comune che alla Città Metropolitana. Una specie di trottola impazzita che rivoluzionerebbe totalmente lo scenario comunale e metropolitano. Con Falcomatà, infatti, tornerebbero anche tutti i consiglieri sospesi per la stessa condanna, e tra questi ci sono diverse figure che intanto sono passate all’opposizione. Dal consiglio comunale, inoltre, andrebbero a casa i consiglieri che avevano preso il posto dei condannati: Gianluca Califano, famoso per il caso della Fenice Amaranto, e Lavinia Marino, entrambi della maggioranza di Centrosinistra. Al loro posto, rientrerebbero i due ex vice-Sindaci di Falcomatà, Saverio Anghelone e Armando Neri, che intanto sono passati con l’opposizione di Centrodestra. Tra i rientri, da valutare anche cosa farà Zimbalatti: non è affatto scontato che rimanga in maggioranza. Una maggioranza che dalle elezioni del “secondo tempo” ha già perso Mario Cardia e Antonino Castorina: non è difficile che con il ritorno di Falcomatà il Sindaco del Pd si ritrovi senza più la maggioranza del consiglio comunale.
Particolarmente emblematico il caso di Armando Neri, ex fedelissimo di Falcomatà che alle ultime elezioni ha ottenuto oltre mille voti nella lista civica ‘Reset’ costruita proprio da Falcomatà cavalcando la campagna elettorale basata sullo slogan “Reggio non si lega” e che adesso è ritenuto dai ben informati ormai proprio interno la Lega di Salvini. L’adesione dovrebbe essere formalizzata a breve.
Le difficoltà di Falcomatà per la nuova Giunta
Ma a prescindere dalle scelte dei singoli, il dato politico è che Falcomatà farà una fatica enorme a costruire la sua nuova Giunta. In base ai comportamenti politici di questi due anni, riteniamo che per lui l’unico intoccabile sarà proprio Brunetti. Se Falcomatà lo confermerà in Giunta, avremo la conferma che dietro la scelta della Reggina c’era l’indirizzo del sindaco sospeso. Altrimenti lo scandalo della Fenice sarebbe troppo grave per confermare Brunetti nell’Amministrazione. Partendo da Brunetti, per Falcomatà sarà inevitabile uno scontro con il Pd che oggi ha 4 assessori in Giunta oltre al Presidente del Consiglio Comunale e con il ritorno di Falcomatà avrebbe nuovamente anche il Sindaco.
Sarebbe più che logico che due dei quattro assessori dem saltassero: i più deboli sono Nucera e Martino, ma sono entrambe donne e c’è il problema delle quote rosa quindi alla fine a saltare rischia di essere Rocco Albanese che pagherebbe la debolezza della corrente di Sebi Romeo, ormai ai margini del partito. L’estromissione di Albanese sarebbe però uno smacco gravissimo perchè si tratta di una figura storica del partito e perchè alle elezioni era stato il più votato dopo Castorina, che però aveva avuto numerose preferenze anche da morti e allettati e in ogni caso oggi non fa più parte del Pd. Albanese, quindi, è il più votato del principale partito di maggioranza e per giunta con la nomina ad assessore ha visto decadere definitivamente il ruolo di consigliere comunale che aveva democraticamente ottenuto alle urne: davvero Falcomatà potrà mandarlo a casa così, come se nulla fosse? Al contrario Mimmo Battaglia, che è un assessore esterno, potrebbe essere confermato grazie al peso della corrente di Irto e Demetrio Battaglia, ma è evidente che queste scelte non potranno che generare ulteriori malumori all’interno di un partito i cui equilibri sono già particolarmente fragili.
Quello di Falcomatà sarà un risiko molto complicato: il problema del Pd dovrà incrociarsi con quello degli altri partiti e gruppi politici. Delfino, Calabrò e Palmenta ovviamente, pretenderanno di rimanere in Giunta. Completare il puzzle sarà molto difficile per il Sindaco che dovrà affrontare un vero e proprio rompicapo, con ripercussioni anche alla Città Metropolitana dove Versace tornerà ad essere un consigliere come tutti gli altri e verrà certamente indebolito e depotenziato.