Reggio, Zerocalcare racconta il suo viaggio in Iraq al Csoa Cartella

di Simone Carullo

Fonte: Il Dispaccio

CSOA “Cartella” straripante di persone e d’entusiasmo per la presentazione di “No Sleep Till Shengal” di Zerocalcare, reportage a fumetti dal Medio Oriente. Un momento culturale intenso, da vita precovid, in cui i reggini (provenienti anche dalla provincia) si sono riversati in quel di Gallico per ascoltare e interrogare il fumettista romano e per il quale bisogna dire grazie ai ragazzi del “Cartella”.

“No Sleep Till Shengal”, edito da Bao Publishing, racconta il viaggio in Iraq di Zerocalcare e della sua nuova banda, una banda costituita da vegliardi combattivi quali il “pensionato di Alessandria” che perfino di fronte alle milizie irachene non rinuncia al vezzo tutto italiano del “lei non sa chi sono io”. Lo scopo del viaggio è per far visita alla comunità ezida di Shengal, popolo perseguitato per secoli per motivi religiosi, scampato a numerosi tentativi di genocidio, l’ultimo nel 2014 a opera dell’Isis. Dalla loro resistenza contro l’Isis e dalla liberazione di Şhengal è nata un’esperienza di autogoverno ispirata al confederalismo democratico, già praticato dai curdi nel Rojava, che mette al centro la convivenza pacifica fra i popoli e la liberazione della donna. Zerocalcare, col suo reportage, ha inteso documentare la realtà di un popolo che “ha preso in mano le redini del proprio destino” ed è per questo minacciato, nel totale silenzio dell’informazione main stream, da un lato dalla Turchia e dall’altro dallo stato centrale iracheno.

“Raccontare Shengal è importante per tener viva la speranza e accesa l’attenzione su un modello possibile, che in alcune zone del Medio Oriente è già realtà e che per questo viene ostacolato da più fronti”. E inoltre, “prendere in mano il proprio destino”, secondo il fumettista romano, è un concetto applicabile a tutte le latitudini e quindi anche alle nostre ove appare sempre più evidente lo scollamento tra la politica e la socialità. Le ultime elezioni regionali ne hanno dato una chiara, inesorabile, controprova.

Pseudonimo di Michele Rech, Zerocalcare è maturato artisticamente e politicamente nel contesto dei centri sociali, ha conosciuto il successo con “La profezia dell’Armadillo”, suo primo albo a fumetti. Secondo classificato al Premio Strega con “Dimentica il mio nome”, autore della serie di successo di corti animati “Rebibbia Quarantine”, trasmessi da La7, nel novembre 2021 esce con “Strappare lungo i bordi” su Netflix. La serie diventa in breve il primo prodotto italiano a finire tra le tendenze di Netflix e vince il Premio Sergio Bonelli. Grazie alla sua inconfondibile voce, ha finito per incarnare, sebbene senza volerlo, la coscienza sociale e politica delle nuove generazioni, ma non solo di loro. Infatti, come testimoniato dalla grande affluenza di stasera, il fumettista romano attrae tanto i giovani quanto i meno giovani proprio per la sua grande capacità di “arrivare”, di ritrarre la realtà con grande forza rappresentativa. La sua è una voce che si caratterizza per un registro colloquiale che, al contempo, non risulta mai banale. Precisa, icastica, dal chiaro accento romano ma internazionale per qualità e quantità di fisime esistenziali: Zerocalcare è l’unico eroe dei fumetti che ha il superpotere della genuinità.