Regionali 2019, Lega e 5Stelle attendono la “morte” di Fi e Pd alle Europee

In Italia, si sa, le elezioni non finiscono mai. Siamo un paese dove la politica è in perenne campagna elettorale. In Italia non si fa in tempo a votare per le amministrative che subito arrivano le politiche, poi le europee, e per finire le regionali.

A farla da padrona, nel tempo che intercorre tra una elezione e l’altra, i sondaggi. Non esiste compagine politica che non basi le proprie strategie politiche sulle intenzioni di voto. Più che i mercati reali, o i drammatici numeri della situazione economica/sociale nostrana, a favorire le interlocuzioni tra marpioni politici, è la percentuale numerica espressa dal campione, preso in esame da qualsivoglia sondaggio, sulle intenzioni di voto.

I valori, i contenuti politici, l’identità politica, i programmi, sono cose secondarie. Infatti tutti sono consapevoli della consistenza virtuale del dato, ma nonostante ciò, il sondaggio resta al centro della discussione politica e impone ai capi di partito la verifica “della tenuta” di vecchie e nuove alleanze, in attesa del voto reale. Il tempo che trascorre tra una elezione e l’altra, con al centro i sondaggi, potrebbe essere definito come una sorta di “Terra di Mezzo della politica”, dove tutto è sospeso, un “luogo della mente” dove i politici si annusano, e valutano le reali possibilità di vittoria basando il tutto su una semplice addizione: usano il “pallottoliere” per contarsi col solo scopo di costruire una alleanza in grado di vincere numericamente dentro le urne, al di là delle ideologie, perché la gestione del potere, per tanti volponi della politica, viene prima della coerenza politica e degli interessi pubblici.

Dopo le elezioni del 4 marzo scorso, le prossima tornata elettorale a cui sono chiamati gli italiani sono le “europee”. Le urne nei 27 Stati membri della UE si apriranno tra il 23 e il 26 maggio 2019. E subito dopo, per gli italiani, arriveranno le elezioni regionali. In meno di un anno due importanti appuntamenti elettorali.

Ed è proprio l’appuntamento del 23 marzo del 2019 il momento tanto atteso dalla forze politiche oggi al governo. Un test importante per la Lega e i 5Stelle. Confermare i numeri dei sondaggi è il loro obiettivo. Il che potrebbe significare  la fine del vecchio e stantio apparato politico italiano. Se i sondaggi saranno confermati, e così sarà, va da se, che ogni accordo precedentemente “stipulato”, vale zero.

Ecco perché nè la Lega nè i 5Stelle si affannano a comunicare le loro reali intenzioni alle prossime regionali, mentre tutti gli altri scalpitano. Perché sanno bene che la vera discussione sulle future alleanze, e quindi la proposta di un candidato alla presidenza della Regione, è rimandata a dopo il voto delle europee, quando la conferma dei numeri avrà tolto definitivamente ai vecchi partiti ogni potere contrattuale. Perciò tutto quello che si costruisce in questo tempo sono solo chiacchiere: Occhiuto si candida, non si candida, chi lo candida, farà una lista civica, il suo partito è d’accordo, non è d’accordo. Parole, solo parole.

Certo è che l’alleanza di governo è quella favorita, perché se riusciranno “a mettere in pratica” il Documento Economico e Finanziario, e quindi far partire da gennaio l’aumento delle pensioni minime e ad aprile il reddito di cittadinanza, la conferma dei numeri, espressi in tanti sondaggi, dovrebbe essere scontata per entrambi: Lega e M5S. Anzi potrebbero esserci sorprese ancora più sorprendenti dei sondaggi stessi.

Salvini e Di Maio hanno una loro ben strutturata strategia: logorare Forza Italia e il PD, fino ad assorbire completamente il loro elettorato.  E in parte, almeno da quel che vediamo in Calabria, ci stanno riuscendo. Forza Italia è quasi scomparsa – vedi ad esempio zone un tempo rigogliose di voti per il partito di Berlusconi come Rossano, Corigliano, e zone limitrofe – quasi del tutto fagocitata da Salvini. Stessa cosa per il PD che in Calabria più parla e più aumentano i voti ai 5 Stelle. Più continuano a presentarsi in pubblico sempre con le stesse facce, e più i consensi per Di Maio in Calabria aumentano.

Infatti a parlare di candidature per le prossime regionali, sono solo i vecchi partiti: Forza Italia e il PD. Che hanno premura di concretizzare qualche sparuta alleanza prima dell’annunciata Caporetto anche alle europee. Nel mentre Salvini e Di Maio si concentrano a far passare la Finanziaria che è la vera svolta della campagna elettorale. E su questo che puntano, perché sanno che 8 milioni di persone sono in attesa dei provvedimenti promessi, un numero che potrebbe crescere a dismisura se si pensa che ognuno di queste persone è figlio, padre, madre, sorella, zia, o nonna di qualcuno.

Dunque, come avete capito, le storie che sentite di questi tempi su alleanze e candidature per le prossime regionali sono solo parole di chi è disperato e alla ricerca di voti, fondamentali per la sopravvivenza politica. Ma le speranze sono ridotte al lumicino per i soliti professionisti della politica: una loro resurrezione può avvenire solo con una sconfitta elettorale del M5S e della Lega. Il che, alla luce dei fatti, mi sembra impossibile.

Mintitivi l’anima in pace.