Bando Dote Lavoro e Inclusione Attiva: la Calabria accorre a favore delle classi sociali più deboli; ma “Chi “anima l’azione della Calabria? Il Cuore o la Ragione? In altri termini, qual è lo scopo che la Calabria si prefigge di raggiungere con il Bando Dote Lavoro?
Favorire il reinserimento lavorativo di classi sociali svantaggiate, quali gli over 30enni, disabili e soggetti inseriti nei programmi di integrazione sociale? Oppure la Calabria, dopo aver generato uno stato di bisogno, la disoccupazione, come una sorta di “mano invisibile”, si offre quale soluzione allo stesso bisogno, per influenzare e orientare le scelte politiche di un popolo, quello Calabrese, inginocchiato e mortificato nella sua dignità?
In relazione al Bando Dote Lavoro pubblicato, sul sito Calabria Europa, con Decreto N. 12951 del 22 Novembre 2017, è doveroso segnalare al Settore Sviluppo Economico, Formazione, Lavoro e Politiche Sociali della Regione Calabria, in merito alle modalità di accesso alla piattaforma digitale, che sebbene all’art. 9 si provveda a stabilire da “Chi” debba essere effettuato l’accesso alla piattaforma digitale, non viene, invece, precisato “Come” debba essere effettuato l’Accesso alla stessa piattaforma.
L’art. 9 stabilisce, infatti, che l’accesso alla piattaforma digitale, per la domanda di dote dei Destinatari–Cittadini, debba essere effettuato, esclusivamente dagli operatori accreditati ai servizi per il lavoro e se, in difformità, a pena, di inammissibilità, della Domanda di Dote.
L’art. 9, però, non prevede “Come” debba essere effettuato l’accesso alla piattaforma digitale, da parte degli operatori accreditati, ovvero:
L’accesso alla piattaforma digitale da parte degli operatori accreditati ai servizi per il lavoro, deve avvenire, attraverso credenziali di accesso, nome utente e password, pervenute sull’e-mail dell’ente-operatore accreditato? Con conferma di avvenuto accesso da parte dell’operatore, attraverso trasmissione del codice numerico pervenuto sul telefonino dell’operatore accreditato?
Oppure, l’operatore accreditato dalla propria postazione telematica, dopo aver effettuato l’accesso alla Piattaforma digitale, ed aver inserito i dati anagrafici del Soggetto-Destinatario-Cittadino, deve invitarlo a comunicare le credenziali di accesso, ovvero, il nome utente e la password, pervenute sull’e-mail personale del cittadino? Confermando, così, a mezzo trascrizione del Codice Numerico, pervenuto con sms sul numero di cellulare del cittadino, che l’accesso al sistema, sia avvenuto secondo modalità difformi da quelle di cui all’art. 9 dell’Avviso di Dote Lavoro, citato?
La mancanza di direttive comuni e condivise che regolamentano il corretto accesso alla piattaforma digitale da parte degli operatori accreditati, può generare una sorta di ambiguità-incertezza interpretativa, che, in alcuni casi, può incidere sulla corretta trasmissione delle domande di dote.
E sebbene, – “in buona fede???” –, l’operatore accreditato, pubblico o privato, può ritrovarsi a violare il vincolo di tutela degli interessi del destinatario. Vincolo che scaturisce per effetto della sottoscrizione di delega tra le parti intervenute, destinatario di dote e Operatore e che comporta da un lato l’autorizzazione a disporre di situazioni giuridiche di cui si è titolari, dall’altro l’obbligo di agire in nome e per conto, ovvero negli interessi, del rappresentato e non nell’interesse proprio o di terzi.
Senza contare, poi, che il nome utente e la password, pervenute sull’e-mail personale del cittadino, non sono cedibili a terzi; l’azione difforme corrisponde ad una violazione della privacy e che l’accesso avvenuto dalla postazione lavoro dell’operatore è identificato, nella rete, con indirizzo IP.
Alcuni burocrati, spero non tutti, ci prendono in giro!!! Ma forse mi sbaglio, forse non prendono in giro tutti!!! Forse beffeggiano solo alcuni; quelli più critici, quelli meno docili, quelli che rifiutano di prostrarsi a terra, baciare le mani o ostentare “la forza della propria matita”???
Ma forse, anche questa è un’interpretazione! Forse, si tratta di un modo per indurre le pecore nere ad apprendere una lezione di vita: “l’Umiltà”. In molti paragonano, l’umiltà, alle fondamenta, alle basi, indispensabili, per edificare ed erigere, la più grande costruzione vivente: l’Uomo!
E se cosi fosse; magari mi sbagliassi! Perché in tal caso, i nostri burocrati si proporrebbero il più alto e nobile degli obiettivi: la formazione e la realizzazione del filosofo-pensatore, del ricercatore di Verità, che tutto, mette in discussione, senza bee-lare o ragliare. Ma a chi converrebbe una tale società? E perché mai, alcuni burocrati, dovrebbero prenderci in giro!?
ALCUNI nostri BUROCRATI sono particolarmente appassionati di scacchi e si vede proprio che praticano un gioco di logica e di intelletto, perché, sono resilienti, sempre concentrati, sono produttivi, utilitaristi e percepiscono la vita in termini di profitto; insomma, per dirla in breve, sono OTTIMI STRATEGHI!?
Ritornando al quesito di partenza, la Calabria ha un cuore o una ragione?
La Calabria brucia e mette al rogo ogni diritto civile, sociale e politico. Madre Natura oltraggiata e inorridita, avoca a sé i venti e i venti infuriati soffiano forte, rievocando “un urlo” di un lontano passato: “Avete più paura voi, che io!!!!” (cit. Giordano Bruno).
Tiziana Parise