La Regione Calabria ha bandito un concorso pubblico (31 maggio 2016) per la custodia del patrimonio culturale calabrese che darà la possibilità a 626 disoccupati di custodire e valorizzare i luoghi di cultura della Regione. Per accedere alla selezione è stato richiesto ai candidati il diploma di laurea specialistica o magistrale oppure la laurea triennale in una serie di discipline che vengono elencate nel bando; sono presenti una molteplicità di corsi di laurea con esclusione della laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo.
I candidati ai percorsi formativi dovranno essere archeologi, archivisti, storici dell’arte, bibliotecari ecc. Una buona notizia per chi è in attesa di un lavoro, ed è in possesso di tali titoli. Ma non si capisce il perchè dell’esclusione degli altri titoli.
Infatti, a leggere il bando, questa anomalia salta subito agli occhi. Per meglio capire la gravità della questione, premetto che anche il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha bandito un concorso del tutto affine a questo concorso regionale, anch’esso per custodire il patrimonio culturale. Tra i titoli di studio per accedere a tale concorso c’è la Laurea in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo. Al contrario del concorso della Regione Calabria che, invece, esclude questo corso di studi.
Vorrei chiedere perché, anche se temo di immaginarlo. Appare evidente che sebbene la realizzazione di un bando pubblico attenga alla sfera della discrezionalità amministrativa, perché l’amministrazione può decidere di quali figure professionali ha bisogno per il raggiungimento di un determinato obiettivo, in questo caso la discrezionalità è diventata arbitrarietà ed eccesso di potere, visto che esclude un corso di laurea specifico ed attinente alle attività messe a concorso.
Ho appreso dell’esclusione della mia domanda dal bando qualche giorno fa in concomitanza con l’uscita della graduatoria dei 626 che ce l’hanno fatta. Il motivo del rigetto: non ho i titoli per partecipare al bando. La mia laurea in Disciplina delle Arti non è un titolo idoneo per lavorare o formarmi nel campo delle Arti e della Cultura.
Insomma, ci è stata negata anche la possibilità di presentare la domanda per partecipare ad un concorso pubblico che prevede lo svolgimento di un’attività lavorativa per la quale abbiamo studiato. Faccio un esempio per spiegare questa situazione paradossale: è come se fosse stato bandito un concorso pubblico per la Magistratura e si escludesse la partecipazione al concorso a chi è in possesso della laurea in giurisprudenza. Ma a quanto pare i laureati in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo non sono una “casta” degna di alcun rispetto e considerazione. Tutto questo avviene presso la Regione Calabria.
Lettera firmata