Nonostante non siano passati neanche 6 mesi, i partiti politici “ufficiali” sembra abbiamo completamente dimenticato, eppure la “botta” ancora si sente… Stiamo parlando della gran pagliacciata del referendum consultivo su Cosenza città unica con annessione di Rende e Castrolibero, che come tutti sanno si è concluso nella maniera più inaspettata – è vero – con la clamorosa vittoria del No ma in fondo anche nella maniera più logica se riusciamo a ragionare con lucidità. Quella stessa lucidità che ci faceva ipotizzare anche come sarebbe andata a finire la battaglia elettorale di Rende. Ma procediamo con ordine.
Il 1° dicembre 2024, ribadiamo meno di 6 mesi fa, la reazione dei cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero non solo è stata di perfetta indifferenza – a Cosenza – ma anche di rabbia – a Rende e Castrolibero – nei confronti di coloro che hanno tramato per arrivare alla fusione calata dall’alto e non è sfuggito a nessuno che erano allineati sul Sì tutti ma proprio tutti i partiti dell’arco politico, da Sinistra Italiana a Fratelli d’Italia. Ebbene, come si dice nell’area urbana non unificata… c’hannu trovatu u patruni…
Tutti si chiedevano come sarebbe finita. Noi non abbiamo dato risposte ma abbiamo raccontato i fatti reali fino all’ultimo giorno. E i fatti ci dicevano con chiarezza che a Rende e a Castrolibero gli unici due politici che, per ovvi motivi, erano e sono contrari alla fusione ovvero Sandro Principe e Orlandino Greco stavano lavorando giorno e notte per arrivare ad una vittoria schiacciante del No. E scrivevamo con chiarezza che era molto probabile che ci riuscissero, soprattutto a Castrolibero, che ormai da decenni è comandata dal piccolo Orlando. Sandro Principe, al contrario, si è dovuto sorbire due sconfitte dal sindaco “Mazzetta” ma dopo il dissolvimento del movimento politico dell’uomo che sussurrava alle banconote dentro le buste, ha ripreso vigore. E proprio da Rende è arrivato il successo più schiacciante, ancora di più rispetto a Castrolibero.
Rimaneva Cosenza, che era certamente la “battaglia” più importante. Nel territorio cosentino non c’erano politici attestati sulla linea del No come Principe e Greco e stando alla carta il Sì avrebbe dovuto vincere facile, come in effetti è successo, ma mai come questa volta il risultato non era così scontato e mai come questa volta NESSUNO degli addetti ai lavori, a parte noi di Iacchite’, lo aveva previsto. Perché? Ma perché il soggetto che si stava impegnando di più era Mario Occhiuto, il quale nella foga di dare fiato alla sua scadente propaganda, ha preso scivoloni su scivoloni e persino i suoi più impresentabili “clienti” meditavano di boicottarlo o disertando le urne o addirittura votando No nel segreto dell’urna.
Per non parlare dei suoi “camerati” di merende, decisamente blandi nella propaganda e persino disimpegnati, al punto che in molti sussurravano da giorni che persino Orsomarso stesse remando contro… Occhiuto. Quanto al Pd, stendevamo e stendiamo ancora il consueto velo pietoso ma ricordiamo che stiamo comunque parlando di 3000 voti scarsi, che sarebbero stati del tutto ininfluenti. Tradotto in soldoni: il Pd non conta un cazzo (scusate il francesismo). Di conseguenza, l’incognita maggiore per Cosenza sarebbe stata l’affluenza alle urne per il referendum e appariva chiaro che se i partiti non fossero riusciti a portare alle urne tutti i loro servi, si poteva profilare un clamoroso flop del Sì. E alla fine è avvenuto davvero. Della serie: quando la realtà supera anche la più sfrenata fantasia.
Che cosa ci suggeriva, dunque, il risultato del referendum per la Città di Rende? Beh, non serve un profeta per capire che Sandro Principe aveva certamente tutte le carte in regola non solo per vincere ma anche per chiudere i conti già al primo turno. Com’è puntualmente accaduto.
I partiti “ufficiali”, reduci dalla batosta appena accennata, hanno continuato a fare finta di niente ma in realtà sul territorio di Rende non hanno nessuna credibilità. Soprattutto quelli di destra e quelli che supportano Occhiuto alla Regione: dopo essere stati bastonati hanno avuto il “coraggio” di presentare un candidato piccolo picciolo come Ghionna che fa quasi ridere solo a… vederlo, figurarsi a sentirlo. Quanto al Pd ribadiamo il concetto: non solo non conta un cazzo ma ha addirittura avuto il “coraggio” di mettersi a braccetto con Manna “Mazzetta” lasciando intendere che c’è realmente aria di “suicidio” politico. Dovremmo parlare anche del M5s ma consentiteci di non sparare sulla… Croce Galla (licenza poetica)!









