Rende 2025. La parabola del prode Bilotti: da incendiario a… servo di partito e di mazzette

Una famosissima canzone di Rino Gaetano dal titolo “Ti ti ti” recitava:a te che non ami i servi di partito che ti chiedono un voto, un voto pulito. Partono tutti incendiari e fieri, ma quando arrivano sono tutti pompieri”.  A differenza della canzone, però, il prode incendiario Bilotti si sta spegnendo ancor prima di partire; le contraddizioni che aleggiano sulla sua candidatura sono veramente troppe e il “giovane” ingegnere sta precocemente avvizzendo insieme alla sua proposta politica. L’alto giorno poi ha battuto ogni record: lui, espressione imbarazzante dello stesso politico al quale Rende deve lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, si è spinto a “profetizzare” il commissariamento della Città per le vicende giudiziarie di… Principe. Ma qualcuno gli ha riferito delle peripezie di Marcello Manna? Perché è chiaro che Bilotti ha perso la memoria, se no non si spiega ma tant’è.

Sinceramente i “servi di partito” a noi non sono mai andati giù e, ci dispiace dirlo, ma il candidato Bilotti sta assumendo questo atteggiamento politico in maniera tragicomica e anche al di là del suo approcciarsi alla… legalità delle mazzette. Sono troppi infatti gli argomenti volutamente taciuti, eppure sono punti cruciali che hanno contraddistinto il buio amministrativo degli ultimi dieci anni. Primo su tutti: da un così giovane devoto alla legalità, ci aspettavamo una considerazione politica sulla triste vicenda dello scioglimento per infiltrazioni mafiose; argomento delicato lo sappiamo, ma qualcuno una volta disse: “chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa”. E la questione diventa ancora più involontariamente comica se Bilotti si ricorda delle vicende giudiziarie di Principe ma dimentica quelle di Manna. Quasi come nella parabola evangelica della pagliuzza e della trave. Quella stessa trave che ha determinato l’onta dello scioglimento – sacrosanto – per mafia ai rendesi.  

Ci sarebbero un’infinità di tematiche su cui discutere, ma noi vorremmo sottoporre al giovane aspirante sindaco tre vicende che abbiamo seguito da sempre.

Iniziamo da un ormai noto episodio che ha lasciato un profondo solco nel cuore di tutti i tifosi del Rende Calcio; le cronache del “Borlotti di Rende(l’ei fu Coscarella) e dell’affidamento “secolare” del Marco Lorenzon (con annessa costruzione di un fatidico centro commerciale) concesso e voluto dall’amministrazione targata Manna. Questa vicenda, fallimentare sotto ogni punto di vista e lo confermano i fatti, ha come triste epilogo la fine di una storica realtà sportiva come il Rende Calcio e il decadimento di una struttura dalle enormi potenzialità come lo stadio Marco Lorenzon; il classico esempio di come, per alcuni personaggi, l’interesse privato venga prima di tutto, anche dello sport. Questa è la nostra considerazione e ci aspettavamo che il candidato Bilotti esprimesse un suo parere a riguardo, ma tutto tace; non è che per caso il Borlotti (Coscarella) ha candidato qualcuno nelle sue liste, cosi come fu nel 2019 e quindi su questa vicenda il silenzio è d’obbligo? Gatta ci cova… 

Restando in tema di strutture dalle grandi potenzialità, è impossibile non citare il Parco Acquatico. Anche in questo caso, le vicissitudini intorno a questo affidamento rasentano l’assurdità, attributo, potremmo dire, caratterizzante del decennio manniano. Ovviamente qui la narrazione è così lunga che meriterebbe un capitolo dedicato, chissà magari ci ritorneremo. Per essere sinottici, iniziamo dalla farlocca inaugurazione del 2019 con seguente e rapida chiusura, esplicitamente tutto studiato in ottica elettorale; per proseguire con il canonico metodo dell’affidamento a “spezzatino”, uno schema consolidato di quel periodo amministrativo, utilizzato per accontentare un po’ tutti (esercenti, servizi di vigilanza eccetera).

Il culmine dell’assurdità, però, si raggiunge con le minacce del cosiddetto “buzzurro del Pacco Acquatico” alla giornalista Erika Crispo, che aveva semplicemente raccontato le vergognose condizioni in cui versava il Parco, sottolineandone l’incuranza e l’inadeguatezza gestionale degli affidatari e chiaramente dell’affidante. Per non parlare di quello che è seguito al “buzzurro”, sul quale è meglio stendere un velo pietoso. Anche su questo argomento l’ingegnere Bilotti, stranamente ma non troppo, tace.

Altro avvenimento scottante, e qui onestamente data la palese evidenza della cosa ci aspettavamo dal giovane candidato Bilotti almeno un video, è quel vergognoso ecomostro sotto gli occhi di tutti; il famigerato “ponte del Viale dei Giardini”. L’opera che sembra concepita dall’ingegner Cane (quello di Mai dire Gol per intenderci) è un obbrobrio estetico destinato a diventare un’eterna incompiuta, praticamente un ingombrate problema per la città.  Una struttura che infrange tutti i parametri ecosostenibili e di rispetto dell’ambiente; forse l’ingegnere Bilotti dimentica la barbarica opera di disboscamento sul Surdo, autorizzata ovviamente dall’amministrazione comunale, con evidenti danni per la riserva faunistica della zona e annessa denuncia della LIPU. Anche su questo argomento è calato un assordante silenzio, ed è veramente strano vista la decantata politica green del suo programma.

Per concludere, sono numerose le criticità ereditate negli ultimi dieci anni e non analizzarle sarebbe da irresponsabili. Il tutto rimanda ad un interrogativo fondamentale: Questo ambiguo silenzio dell’ingegnere Bilotti potrebbe essere la prova di quanto sia vincolata la sua libertà di agire per il bene della città? Quali sono le ragioni di questo incomprensibile tacere su tematiche così importanti?  La risposta appare chiara: sostanzialmente la sua candidatura è l’estensione della brama di vecchi arnesi del potere, Nicola Adamo e Marcello Manna (alla faccia del rinnovamento!), dunque le sue scelte amministrative dovranno necessariamente sottostare agli interessi altrui. Beh, per noi la libertà è tutt’altra cosa; “non è il diritto astratto di fare il proprio volere, ma il potere di farlo“…