Rende. Arcavacata, proteste per l’abbattimento di due storici cipressi

Buongiorno,

con la presente desideriamo segnalare un episodio di estrema gravità avvenuto nella mattinata di ieri presso la Chiesa di Maria SS. della Consolazione di Arcavacata di Rende (CS). Intorno alle ore 8:30 sono stati abbattuti due cipressi secolari, posti dietro il campanile della chiesa. L’intervento è stato motivato da una presunta instabilità degli alberi, segnalata dal parroco, attribuita alla presenza di cavità lungo il tronco e accertata a seguito di un sopralluogo effettuato da due agronomi. È doveroso precisare che non si tratta del primo tentativo di rimozione dei due alberi: già nel dicembre 2023 vi era stato un intervento analogo, privo delle necessarie autorizzazioni, che fu allora scongiurato grazie all’intervento e alla mobilitazione dei cittadini. L’abbattimento odierno rappresenta dunque l’esito finale di una volontà già manifestata in precedenza.

Tuttavia, pur a fronte di tali valutazioni, non è stato possibile avviare alcun confronto con il parroco, nonostante una diffida formale già inviata dal rappresentante legale del Comitato Popolare pro riapertura della chiesa (chiusa dal 17 novembre 2023 per mancata manutenzione) al fine di proporre soluzioni alternative di messa in sicurezza che evitassero l’abbattimento. Durante le operazioni di taglio è stato possibile constatare come ogni sezione dei due cipressi non presentasse evidenti cavità, segni di erosione, marciume o compromissioni strutturali tali da giustificarne l’immediato taglio. Si trattava di alberi con un’età stimata di circa 150 anni, piantati nel 1890 vicino le tombe dei baroni di Arcavacata, veri e propri elementi monumentali, parte integrante della memoria storica del luogo sacro e dell’ecosistema circostante.

Il Comitato non può accettare che due alberi di tale valore storico, ambientale e simbolico siano stati abbattuti senza che siano state esplorate soluzioni alternative, né che alla fine la perizia si sia rivelata errata. Per questi motivi chiediamo il vostro aiuto affinché venga data voce a quanto accaduto e si faccia chiarezza su un episodio che riteniamo un grave abuso ai danni della storia, del paesaggio e della comunità di Arcavacata. Non potremo mai più riavere indietro i due alberi cresciuti in 150 anni. Alleghiamo il nostro comunicato stampa e materiale fotografico

COMUNICATO STAMPA
COMITATO SPONTANEO PRO RIAPERTURA DELLA CHIESA DI ARCAVACATA
Arcavacata di Rende (CS), 13 dicembre 2025

OGGETTO: ABBATTIMENTO DI DUE CIPRESSI STORICI PRESSO LA CHIESA DI MARIA SS. DELLA CONSOLAZIONE: LA COMUNITÀ CHIEDE CHIAREZZA SULLA VALUTAZIONE DI PERICOLOSITÀ DEI DUE CIPRESSI ORMAI ABBATTUTI.

Alle ore 8:30 di ieri mattina, 13 dicembre 2025, sono stati abbattuti due esemplari di cipresso secolare situati sul lato destro del campanile della Chiesa parrocchiale di Maria SS. della Consolazione di Arcavacata di Rende (CS).

I due alberi, piantati non oltre il 1896, costituivano parte integrante del contesto storico della chiesa e dell’area adiacente alla cappella di sepoltura laterale dei coniugi Donna Marietta Morelli e Don Giovanni Magdalone, baroni di Arcavacata e principali finanziatori del restauro e dell’ampliamento dell’edificio sacro, la cui struttura attuale, di origine settecentesca, fu ultimata nelle forme attuali tra il 1860 e il 1892.

Secondo i documenti pervenuti, l’abbattimento sarebbe stato disposto a seguito di una Tomografia Sonica eƯettuata il 10 settembre scorso da un agronomo incaricato, che avrebbe classificato entrambi i cipressi al massimo livello di pericolosità, in ragione della presenza di presunte cavità interne e della vicinanza a una strada traƯicata.
Tuttavia, al momento del taglio, avvenuto alla presenza di una delegazione del Comitato spontaneo pro riapertura della chiesa ed altri parrocchiani ed abitanti del posto, oltre che dei Carabinieri di Rende, non sono state riscontrate visivamente cavità, fenomeni di marcescenza o degrado strutturale nei tronchi sezionati. A supporto di ciò, sono state scattate fotografie dettagliate delle porzioni lignee, oggi disponibili ed allegate a questo testo.

Alla luce di tali elementi, la comunità di Arcavacata chiede pubblicamente chiarimenti sui criteri adottati nella redazione della relazione tecnica;
 sulla corrispondenza tra quanto indicato nella tomografia e lo stato effettivo del legno emerso dopo l’abbattimento;


 sul mancato confronto (anche visto il precedente tentativo di taglio nel dicembre 2023, ancora una volta per volontà del parroco) riguardo una possibile valutazione di soluzioni alternative alla rimozione totale, comunemente previste per alberi storici (messa in sicurezza, riduzione della chioma, monitoraggio).

L’episodio si inserisce inoltre in un contesto già fortemente critico: la chiusura della chiesa dal 17 novembre 2023, motivata dalla procrastinata necessità di piccoli interventi di manutenzione interna mai avviati, che ha privato la comunità di un luogo di culto, identità e memoria collettiva.
L’abbattimento dei due cipressi rappresenta dunque non solo una perdita ambientale, ma una vera e propria distruzione e deturpamento di una delle bellezze naturali. È quindi un ulteriore elemento di frattura tra la popolazione e la sua storia, in quanto ci si trovava di fronte ad un bene storico che apparteneva, per valore culturale e simbolico, all’intera collettività.