Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, aveva deliberato lo scorso 28 giugno lo scioglimento del Consiglio comunale di Rende, e l’affidamento della gestione del Comune, per la durata di diciotto mesi, a una Commissione straordinaria, ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Lo scioglimento è stato conseguenza del lavoro svolto dalla Commissione di accesso antimafia, nominata nei mesi scorsi dal prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, dopo il coinvolgimento del sindaco, Marcello Manna, del vicesindaco Annamaria Artese e dell’ex assessore ai lavori pubblici, Pino Munno, in una inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, contro le cosche “confederate” dominanti nell’area urbana del capoluogo bruzio.
La decisione, paventata già da alcune settimane prima, aleggiava Oltrecampagnano fin dal giorno in cui la commissione d’accesso si era insediata nelle stanze dell’amministrazione comunale per svolgere un lungo lavoro di esame documentale che si è concluso lo scorso 23 marzo. Chiamati a verificare l’eventuale presenza di condizionamenti o infiltrazioni dei clan nella gestione dell’amministrazione comunale, Antonio Reppucci, Prefetto a riposo, Giuseppe Zanfini, Dirigente del Commissariato di Polizia di Paola, e il Tenente colonnello Dario Pini, Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza.
Per la Dda di Catanzaro il gruppo Di Puppo-D’Ambrosio è ragionevolmente certo di “aggiudicarsi” la gestione del Palazzetto dello sport (“ti ho fatto la campagna elettorale, le promesse sono promesse”) e, “la conferma degli incontri tra i D’Ambrosio e il Manna” verrebbe “ulteriormente offerta dalla telefonata di Massimo D’Ambrosio allo studio Manna per fissare un appuntamento, precisando che si erano già visti e che con il Manna erano rimasti d’accordo che si sarebbero rivisti dopo 7-8 giorni. Nell’inchiesta di Gratteri non si specificava chi avesse vinto l’appalto per la gestione del Palazzetto ma successivamente era emerso che il “fortunato vincitore” altri non era che una “testa di legno” ovvero un parente diretto di Michele Di Puppo. Oggi, a distanza di mesi, i commissari di Rende nominati dal Ministero degli Interni hanno finalmente revocato la concessione del Palazzetto dello sport a tale Christian Francesco Dodaro, risultato vincitore della gara truccata.
Non mancavano tuttavia altre decine di appalti pilotati. Per esempio, quelli del Parco acquatico e dello stadio Marco Lorenzon.
Manna aveva sempre rifiutato sdegnosamente le dimissioni ma alla fine era stato messo fuori gioco dalla condanna in primo grado del Tribunale di Salerno a 2 anni e 8 mesi di reclusione per la mazzetta al giudice Petrini. Una condanna che lo aveva estromesso definitivamente ma che non era ancora bastata per mettere fine alla consiliatura. Manna infatti aveva nominato “sindaco” dopo Franchino De Rango la professoressa Marta Petrusewicx, che adesso è stata cacciata direttamente dal Ministero. E piano piano stanno tornando alla città e stanno per essere liberati dalla ‘ndrangheta anche le altre strutture. Fine dei giochi.