Rende, dietro il murales c’è il (solito) regalo al privato per un totale di 11 mila “cucuzze”

di Francesco Midulla

Fonte: Libera Rende

Durante la cerimonia di premiazione delle Olimpiadi del 1968, Tommie Smith e John Carlos diedero vita a quella che probabilmente è ricordata come la più famosa protesta della storia dei Giochi olimpici: salirono sul podio scalzi e ascoltarono il loro inno nazionale, chinando il capo e sollevando un pugno con un guanto nero, in segno di protesta verso i gravi atti di razzismo che si stavano consumando in quei tempi.

Chiunque di noi, che della tolleranza e uguaglianza ne ha sempre fatto uno stile di vita, non può che essere fiero di ciò che hanno rappresentato questi grandissimi sportivi per i movimenti antirazzisti, tuttavia questo non può e non deve distrarci da ciò che l’Amministrazione Comunale di Rende sta compiendo nel nome dell’antirazzismo, un vero e proprio sperpero di denaro pubblico ai danni della comunità.

Commissionare €11.000 di soldi pubblici per un murales è veramente una cosa grave, specie se il Comune, per avvalersi delle prestazioni dell’artista Jorit, il quale ha dipinto il murales, coinvolge un’associazione per contattare l’artista, con un contestuale aggravio della spesa, anziché contattarlo direttamente e pattuire un compenso giusto per la prestazione offerta. Evidentemente credono che i rendesi abbiano l’anello al naso… 

Inoltre, l’Amministrazione Comunale, anziché dare ampio risalto al tema per cui l’artista è stato coinvolto, annuncia che il palazzetto dello sport, sulla cui facciata è stato realizzato il murales, diverrà luogo di grandi eventi, proprio li nel cuore del Villaggio Europa, un bellissimo centro residenziale, che già nel 2014, anno in cui Manna diventò sindaco, fu interessato dalla localizzazione di una discoteca all’aperto, che tanti problemi procurò ai residenti.

Ad esser maliziosi, dietro l’apparente slogan antirazzista, si cela l’ennesimo regalo dato ad un privato (l’associazione che ha avuto il fondamentale mandato di “contattare” l’artista), per un bene pubblico come il palazzetto dello sport, costato molti milioni di euro dei cittadini contribuenti. Come diceva Andreotti: ”a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.