Rende e la politica: scenari “impazziti” per il potere (di Stefano Ammirato)

di Stefano Ammirato

Il mio pensiero è assolutamente utopico e forse inconcludente ma è l’unico che ho. La POLITICA (tutto maiuscolo) è innanzitutto amare la Polis, la città in cui viviamo e magari in cui siamo cresciuti o in cui lavoriamo. Il luogo delle relazioni, sempre più rarefatte, dei commerci, delle attività culturali, dei servizi. Il luogo che può renderci la vita facile o difficilissima. La POLITICA di un tempo poggiava sulle idee. Non era il paradiso terrestre ma c’erano gli anarchici, i comunisti, i democratico-cristiani, i socialisti, i fascisti. Sapevi in cosa credevano, potevi combatterli oppure aggregarti o, come spesso accade nella nostra ‘democrazia’ borghese, semplicemente votarli (tranne gli anarchici che non si sono mai presentati e non hanno quasi mai neppure votato).

Esistevano dei leader riconosciuti o quantomeno dei gruppi dirigenti che lottavano per le loro idee. Oggi che si approssimano le elezioni a RENDE, si apre sempre lo stesso scenario. Non esistono idee, solo posizionamenti. Le sedi dei partiti sono esclusivamente sedi elettorali e aprono solo nell’imminenza delle elezioni. A seconda dei casi chi era a destra si sposta a sinistra e chi era a sinistra lo troviamo a destra. La neo segretaria del Pd Artese (il Pd, per carità, è sinistra solo per i nostalgici) è assessora nell’amministrazione vigente che si è presentata sempre con un cartello di centrodestra. Le mitiche liste ‘civiche’ di Forza Rende, Rende Centrodestra e Fratelli di Rende.

Nel frattempo il neonato gruppo consiliare Pd, costituitosi solo per le elezioni interne al partito, si è posto in minoranza. Quindi Segreteria in maggioranza e gruppo consiliare in minoranza. Vacci a capire!

Il civismo del Laboratorio Civico è oramai imploso su se stesso ed il Segretario Ziccarelli (da sempre reo confesso socialista) si riposiziona al centro, in Italia Viva. Chi guida oggi la Segreteria del laboratorio?

Comunque, dopo due mandati di esperimento ‘civico’ si ritorna tutti ai vecchi partiti senza più una qualche forma di identità. Non si capiscono, per noi cittadini esterni ai giochi, i posizionamenti dei socialisti della federazione che nel frattempo hanno sostenuto Superbo, ex Forza Italia, con trascorsi socialisti (na ‘nzalata riccia) che era in maggioranza e che pare per l’occasione delle votazioni è traslocato in minoranza. Stessa cosa per Luciano Bonanno che lascia la vicepresidenza del Consiglio Comunale per trasferirsi dalla maggioranza alla guida del gruppo Pd in minoranza. Grandi manovre, dunque.

Non capisco, onestamente, quali idealità si perseguano a parte la rincorsa degli scranni per le prossime elezioni comunali. Per altro verso, dopo anni di assenza, ricominciano a fare capolino nel Quartiere di Villaggio Europa i capitani di ventura di ogni lista. Tutti improvvisamente interessati al progetto dei Beni Comuni, tutti desiderosi di dare una mano. Ma chi abita il Quartiere non è fesso ed invita a passare l’inverno laddove si è vissuta l’estate.

Cosa succederà nel centrodestra orfano di Manna ancora non si sa. Di certo abbiamo il nuovo eletto Eugenio Aceto agli Affari Istituzionali della Provincia. Per il resto vedremo cosa si inventeranno gli assessori Munno e compagnia. Nei prossimi mesi si disveleranno le liste. Capiremo quanti sindaci ci saranno a sinistra e se a destra si ritroverà la consueta compattezza. Fra qualche tempo scopriremo le nuove liste civiche e gli infiniti candidati che si buttano da una parte all’altra per provare la fortuna, per tentare di uscire dalla disoccupazione e intascare almeno il gettone di presenza del Consiglio Comunale. Come sempre prenderanno i soliti 10 voti che ingesseranno la disfida elettorale pilotando, quanto meno, i voti dei propri cari. Quando un meccanismo elettorale ti consente di fare 8 o 10 liste farcite di tutto e di più, possiamo dire che la competizione è quantomeno falsata e questo da anche la contezza del livello civico di un paese e della ‘democrazia’ di un sistema politico-elettorale. Inizieranno le promesse fino ad ora non realizzate.

Tutti coloro che si presenteranno avranno la soluzione magica ad ogni problema. Negli ultimi mesi si inaugureranno ponti, si bitumeranno strade e si taglierà persino l’erba. Si muoveranno certamente le grandi aziende private – beneficiarie di tutto e di più, assegnatarie dei servizi pubblici essenziali, le vere proprietarie del Comune – per organizzare, sotto elezioni, le consuete selezioni per assumere nuovi dipendenti. In questa terra di disoccupazione è una leva molto forte.

Questa è la situazione drammatica della politica (tutto in minuscolo) che ahimè è l’immagine abbastanza fedele della condizione disperata del popolo. Voto a te che poi mi fai il certificato. Voto a te che mi hai promesso il posticino. Voto a te che mi agevolerai in quel bonus o in quel bando. Utilizzo della cosa pubblica per fini squisitamente personali e di potere. Mi parlano di massomafia. Quale mafia e quale massoneria più grande delle istituzioni! Quale meccanismo più deleterio per il governo del Bene Comune. Ci sarebbe bisogno di tagliare il cordone ombelicale da questi meccanismi istituzional-borghesi, vedere finalmente i cittadini prendersi cura quotidianamente degli spazi del proprio quartiere, dei servizi collettivi, della solidarietà. Autorganizzarsi e stringere amicizia per essere davvero forti contro chi pretende di governarci. Denunciare pubblicamente. Chiedere conto di ogni mossa fatta dai nostri delegati nelle istituzioni. Fargli capire che loro sono al nostro servizio e non viceversa. Ma vi dicevo che è un pensiero utopico anche se è l’unico che ho. Per attuarlo servirebbe una qualche forma di dignità nel popolo. Purtroppo ci rimane qualche incazzatura al bar ed il voto ogni 5 anni, espletato il quale torneremo ad incazzarci al bar per il voto immancabilmente sbagliato. Avevo creduto che….prepariamoci ad un altro giro di giostra!