Rende. Ecco come Michele Morrone ed Enrico Monaco hanno “resuscitato” il Cinghiale

Abbiamo resistito fino ad oggi, ma adesso non ce la facciamo più. All’indomani dell’ufficialità della rocambolesca assegnazione del seggio della Camera relativo al collegio di Cosenza per Andrea Gentile, meglio conosciuto come il figlio del Cinghiale o al massimo il Cinghiale junior, non possiamo più esimerci dallo sputtanare anche in ambito locale i suoi complici. Che sono stati già smascherati da Report, sia chiaro, ma che non hanno avuto quel “supplemento di indagine” nella nostra realtà, anche per capire fino in fondo chi sono, a chi appartengono e – soprattutto – perché l’hanno fatto.

Ci riferiamo a quegli 80 (ottanta!) cittadini così scrupolosi da “aiutare” il cucciolo di cinghiale a riappropriarsi del suo “pasto” ovvero il seggio alla Camera. Ottanta cittadini che avrebbero avuto l’eccezionale dono (di natura?) di poter visionare le operazioni di spoglio delle schede del giovane ungulato. Ma tra questo soprattutto due elementi, che sono stati addirittura consiglieri comunali in quel di Rende, a tutti gli effetti città quartier generale di questa leggendaria “battaglia” per la poltrona.

Parliamo di quel gran mistero delle schede bianche che poi si sono “colorate” fino alla conta della giunta per le elezioni, ben 614 di cui poi addirittura 420 assegnate ad Andrea Gentile. Ma non solo. Perché Report ha illustrato anche l’altro gran mistero e cioè il recupero a beneficio di Gentile delle schede in un primo momento contrassegnate come nulle. Operazione di validazione e intestazione avvenuta grazie alla riscrittura ad elezioni consumate delle regole del gioco e cioè la libera assegnazione e interpretazione di schede con due X in un primo momento giustamente e legalmente considerate nulle, così come prescritto dal ministero.

Ieri, commentando come “grave ingiustizia” l’assegnazione a Gentile del seggio conquistato dal M5s a Cosenza, Giuseppe Conte ha detto con molta rabbia testualmente: “… Si scopre che tutte le persone che hanno avviato il ricorso non erano neppure registrate come rappresentanti di lista. Com’è possibile che non sono andate immediatamente dall’autorità a dire c’è del falso nel verbale? Perché solo dopo qualche tempo hanno fatto ricorso?”. 

Grazie alla riscrittura delle regole del gioco, ad elezioni consumate, le schede nulle con due indicazioni di voto nell’ambito della stessa coalizione possono essere assegnate sia per l’uninominale che per il proporzionale a chiaro ed evidente danno del Movimento Cinquestelle che di liste ne ha sempre avuta una soltanto. Grazie a questo marchingegno su 6122 schede nulle nel collegio di Cosenza ne vengono recuperate come valide 1183 e di queste ben 624 proprio Andrea Gentile. Che così tra bianche che non erano bianche, “colorate” cioè strada facendo fino alla giunta per le elezioni, e nulle rivalutate con la modifica delle regole del gioco Andrea Gentile recupera 1144 voti.

Con doppio binario di mistero appresso. Cominciamo dalle “bianche”, che i presidenti di seggio sparsi in giro confessano a Report di averle viste come bianche per davvero, salvo conoscerne il “colore” dai verbali della giunta per le elezioni.

La giornalista Giulia Presutti ne ha rintracciati tre: quelli di Castiglione Cosentino e di San Pietro in Guarano non hanno firmato la liberatoria e sono stati mostrati senza volto e con la voce “taroccata” ma hanno detto con chiarezza che nessuno s’era lamentato e che tra i rappresentanti di lista c’erano regolarmente anche quelli di Forza Italia. Che, però, non hanno fiatato. La presidente di seggio di Parenti, invece, la signora Luigia Rossi la faccia ce l’ha messa e anche la voce. E ha detto le stesse cose ma con ancora maggiore energia, confermando che dietro a questa tragicomica vicenda ci dev’essere lo “zampone” di qualche vecchio marpione della malapolitica. 

E questa sensazione è diventata pressoché certezza andando ad analizzare cosa è accaduto per le schede nulle. Una sorta di “miracolo” perché, grazie alla modifica della legge, sono state rivalutate per il 20% e di queste oltre il 50% assegnate sempre – sputa che ci indovini – a Gentile. Sì, insomma al Cinghiale… Schede nulle che a quel punto, è stato un po’ come l’oro ritrovarle in giro tanto hanno pesato. E non a caso il ricorso di Andrea Gentile prende il via proprio dalle dichiarazioni “spontanee” – come accennavamo – di ben 80 (ottanta!) tra elettori e pseudo rappresentanti di lista che hanno dichiarato di aver assistito all’annullamento di schede cosiddette anomale. Ma tra queste 80 persone autodichiaranti “spontaneamente” di aver assistito ad anomalie a danno di Gentile Report ne individua alcune dalle movenze sconcertanti e dal perimetro certo, Rende. Provincia di Cinghiale, pardon per il momento ancora di Cosenza…

Il “numero uno” è il prode Enrico Monaco, definito a giusta ragione “gentiliano di ferro”, anche perché nel 2020 s’è persino candidato alle Regionali con la lista “Casa delle libertà” con a capo il Cinghiale vecchio, Pino Gentile, fratello di Tonino e quindi zio del “cucciolo”. Monaco, per non saper né leggere e né scrivere come avrebbe detto il grande Totò, al seggio non è andato da solo e s’è portato appresso anche la moglie e addirittura la suocera (o la “socra” come diciamo a Cusenza…). E pure u ‘suacru (il suocero) come rappresentante di lista. Abbondiamo, avrebbe detto sempre Totò. E pazienza se la moglie di Monaco ha individuato 10 (dieci!) schede nulle e solo una sia stata assegnata. Il prode Monaco riferisce che non può essersele sognate… E non solo: Monaco ha contestato le schede di tre diverse sezioni elettorali che si trovavano in scuole ubicate in quartieri diversi.

Il “numero due” è Michele Morrone. Anche lui si è mosso con segnalazioni riguardanti scuole situate in quartieri differenti ma a differenza del “compare” viene definito anche come “rappresentante di lista” senza però che il suo nome risulti da qualche parte. La giornalista entra nel bar dove lavora, chiede spiegazioni ma viene allontanata in malo modo dal “campione”, che si rivela per quello che è: un buzzurro al servizio della “paranza”. 

Monaco e Morrone sono stati consiglieri comunali di Rende per il movimento civico “Rende per Rende”, capeggiato da Massimiliano De Rose. Avendo una conoscenza personale di De Rose, gli abbiamo chiesto cosa pensasse di queste vicende che hanno riguardato i suoi colleghi. De Rose ritiene che sia stata solo una “leggerezza” e che non ci sia del dolo dietro la faccenda e ci sta, ci mancherebbe. Ma poi non può certo tirarsi indietro quando gli si chiede dell’appartenenza politica dei due soggetti: “Mah… che io sappia a parte Enrico Monaco, che si è candidato con una lista approntata da Pino Gentile alle Regionali qualche tempo fa e che so avere rapporti (con i Gentile, ndr), Michele Morrone proprio non saprei, mi pare diede una mano a Gianluca Gallo alle Regionali per una conoscenza personale con lui. Con Gentile non saprei…”. Ma Gianluca Gallo, che i nostri lettori conoscono meglio con l’appellativo di “Gallo cedrone”, è il capo di Forza Italia a Cosenza e provincia e dunque fa parte della stessa “cricca”. E tutti i salmi finirono in gloria. Ora, noi non sappiamo se il M5s può ancora fare qualcosa per cambiare le cose. Ma fossimo in Elena Scutellà, che è stata “fatta fuori” un tentativo per sconfessare questi due gran paraculi lo faremmo. Non si sa mai.