Rende, il blitz di Gratteri. Patitucci: “Digli all’avvocato Gullo che sta marcando male”

Più leggiamo le intercettazioni e più ci rendiamo conto di quanto sia solida questa inchiesta. Le prove a carico degli arrestati sono gli stessi mafiosi che le forniscono agli investigatori, in lunghi e interminabili discorsi dove raccontano in chiaro, senza nascondersi dietro parole in codice, tutte le loro malefatte. Neanche un Petrini, un Valea, un Luberto, uno Spagnuolo, un Cozzolino, dei bei tempi che furono, per come stanno messe le cose, li possono salvare. Difficile che questa volta trovino un giudice disposto a credere che quelle parole, quei nomi, quelle cifre, erano solo uno scherzo per darsi un tono da malandrino. Una vanteria tra chiacchieroni che giocano a Scarface.

Come vi stiamo raccontando da giorni il più chiacchierone (nel senso che parla assai di tutto e di più senza freni) di tutti i malandrini arrestati risulta essere Patitucci. I suoi racconti sono una vera e propria confessione. Racconta a ruota libera, nel salotto di casa sua, e non solo, tutta l’attività delle cosche, e il suo ruolo di capo. Tra i tanti argomenti trattati dal boss, non poteva mancare quello relativo ai suoi avvocati: Marcello Mazzetta Manna e Luigi Gullo. Un argomento delicato che il Patitucci affronta solo con la moglie, e questo perchè sa bene che l’amicizia speciale di Manna e Gullo “è cosa riservata”, ed è bene che tale rimanga. Del suo “rapporto particolare” con Manna non ne parla mai con nessuno. Sta attento a non scoprire il suo segreto, da cui dipende la sua forza mafiosa: la capacità di Manna e Gullo di arrivare nelle stanze dei giudici e comprare sentenze. Specie quelle che riguardano i suoi processi. Ed è proprio questa sua “capacità di uscire assolto” da complicati processi, che lo ha reso agli occhi dei picciotti un boss “invincibile” che è meglio avere come amico.

Patitucci è un boss con amicizie pesanti, e questo non è certo un argomento che si può affrontare nei summit di ‘ndrangheta alla presenza di “soldati, strozzini e pusher”. Infatti, durante una delle tante intercettazioni  tra la moglie e il Patitucci, i due per la prima volta (nelle intercettazioni) affrontano la questione avvocati. La signora Rosanna si dice preoccupata di come stanno andando le cose in merito al processo che vede il marito imputato per il duplice omicidio Lenti-Gigliotti. La moglie riferisce al Patitucci che dopo quello che è successo a Manna, beccato dai finanzieri mentre porge una bustarella farcita all’ex giudice Petrini, per assolvere Patitucci dall’omicidio Bruni (cosa che è avvenuta), muoversi per “apparare” è diventato difficile. Ma è da poco uscito Porcaro, e allora Patitucci dice alla moglie quello che deve fare. Va detto che tra le migliaia di intercettazioni questa è l’unica dove Patitucci e la signora Garofalo, camuffano un po’ il linguggio, e non per “prudenza”, ma perché la captazione avviene durante un colloquio in carcere tra i due. Patitucci sa che i colloqui sono registrati, ma ha urgenza di mandare un messaggio ai suoi avvocati, la preoccupazione di beccarsi un ergastolo lo costringe a parlare. E chiede, dopo aver fatto allontare dal colloquio i suoi due nipoti, segno evidente che neanche i nipoti devono sapere del vero ruolo di Manna, alla moglie di parlare con “Te Piasse” (un nomiglio che il Patitucci usa nei colloqui per indicare Porcaro).

Patitucci: ohi Rò, digli di farsi una camminata da Manna… te piasse…

Rosanna: … chi…

Patitucci: te piasse

Rosanna: ah… ho capito… ci sono già stati…

Patitucci: Si, devono andare (di nuovo) a parlarci… non per altro…

E per meglio farle comprendere la priorità della questione Patitucci dice alla signora Rosanna di andare a fare gli auguri di Natale agli avvocati Manna, Gullo, Gaetano, e di portare un presente a tutti e tre “uno e mezzo, uno e mezzo, e uno alla donna”. Un regalo che può essere inteso in tanti modi: parcella per il lavoro svolto, un incentivo a fare meglio,  un modo per assicurasi servizi extra. Ed è a questo punto che la conversazione, che poteva sembrare alle orecchie degli ascoltatori come una normale comunicazione fatta da un detenuto ai familiari da portare all’avvocato, assume il “giusto” significato.

Patitucci: … ohi Ro’… (annotano gli investigatori che la comunicazione avviene dopo uno scambio di sguardi con la moglie accompagnati da una mimica facciale come ad interdersi sul non detto) digli all’avvocato Gullo che deve impegnarsi di più sui suoi procedimenti perché sta davvero marcando male!

Dopo l’enensimo sguardo d’intesa, i due decidono di cambaire argomento.

P.S. l’avvocato Luigi Gullo era accusato dalla Dda di Salerno di aver recapito una bustarella all’ex giudice Petrini, per conto proprio del Patitucci, come acconto della cifra pattuita con Manna per l’assoluzione del Patitucci. Posizione che è stata archiviata, come spesso accade a Salerno quando il “fascicolo” riguarda gli amici degli amici.