Rende. Il Codacons denuncia il calvario di un disabile: “Da 6 mesi non riesce ad avere una carrozzina nuova: abbiamo diffidato Regione e Asp”

La carrozzina, per un disabile, costituisce la libertà.
Immaginiamo cosa può accadere se, per ripararla, si finisce per sbattere contro il muro di gomma della burocrazia.

“Alla fine dell’estate scorsa la mia fantastica carrozzina ha iniziato ad avere problemi. Tirando alla meno peggio, a novembre ho contattato l’ufficio preposto, spiegando di avere problemi con la carrozzina. Dopo un loro check up dichiarano troppo esosa la riparazione prescrivendo una nuova carrozzina”.
Così inizia l’accorato appello rivolto al Codacons.
Ottenuta la prescrizione dal medico, inizia il calvario.
Il malcapitato si reca presso l’ufficio prescrizione protesi ed ausili di Rende, per la necessaria autorizzazione.
Passano i giorni e nulla.

Dopo circa un mese si ripresenta per avere notizie ma “la pratica non si trovava”.
Come l’agrimensore K, viene dirottato verso il “responsabile” e qui inizia lo spettacolo:
“Chi è che ha fatto sta dismissione? mi serve la carta!”
-“L’avete fatta voi dell’Asp e ce l’ha un vostro medico”;
-“No, devi portarmela tu e la firma di chi ha fatto sta carta deve essere leggibile”.

Inizia così un continuo scaricabarile allucinante, fatto di promesse e di rimandi incredibili, come se si stesse parlando di un pacco.
Dopo sei mesi, della carrozzella ancora nessuna traccia.

Durissimo il Codacons che rammenta il diritto a ricevere assistenza immediata in caso di guasti di dispositivi e ausili per la disabilità. Anche quando essi siano stati consegnati a disabili e malati su ordine delle Aziende Sanitarie.
Già avviata una diffida alla Regione, all’Asp ed un esposto all’Antitrust (Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato).
Del resto l’Autorità ha già avuto modo di pronunciarsi in merito all’applicazione del Codice del Consumo agli ausili e dispositivi forniti da aziende sanitarie private, quand’anche l’ordine provenga dal Servizio Sanitario Regionale (SSR).

Il fornitore degli ausili – sostiene il Codacons – instaura con l’utente una relazione di tipo economico riconducibile al Codice del Consumo.
Un “rapporto contrattuale con il servizio sanitario regionale” finalizzato alla realizzazione di un pubblico servizio a beneficio dei disabili.
Vale a dire che il consumatore è “il soggetto nel cui interesse è stipulato il contratto tra la Pubblica Amministrazione e il fornitore selezionato”.
A queste latitudini si dimentica troppo spesso che le persone con disabilità, temporanee o permanenti, versano in una condizione di particolare vulnerabilità e ciò impone alla regione ed al fornitore una responsabilità e una diligenza professionale di elevato livello”.
La normativa vigente – si legge nella nota del Codacons – prevede non solo il diritto a ricevere assistenza IMMEDIATA, ma anche che il “paziente” partecipi all’individuazione del dispositivo più adatto, qualificando tale individuazione come una “scelta” (DM 332/99, articolo 1.5) del “paziente”.

Se la civiltà di uno stato si ricava dal modo in cui tratta i più deboli, allora in Calabria siamo all’età della pietra.
Il Codacons ribadisce come i soggetti più vulnerabili debbano ricevere una assistenza tempestiva, soprattutto quando si tratti di beni e servizi indispensabili alla loro vita quotidiana.
Abbiamo diffidato la Regione e l’Asp di Cosenza a garantire un diritto. Caso contrario li riterremo personalmente responsabili.