Rende, il (nuovo!) centrosinistra e Midulla che vota… Adamo

di GIANFRANCO DE FRANCO

Ho svolto per 20 anni (ora sono in pensione) l’attività di redattore centrale del Quotidiano della Calabria prima e del Quotidiano del Sud dopo. Mi occupavo di Interni, Esteri ed Economia. Avrò letto in media diciamo 30 comunicati al giorno che moltiplicati per 300 giorni l’anno e per 20 anni fanno la bellezza di 180.000 comunicati. E mi dovete credere che non ho mai letto un comunicato pieno di ipocrisie, di frasi fatte e di frasi buone per tutte le stagioni e per tutte le fazioni (politiche) come quello scritto da Francesco Midulla per comunicare al mondo che voterà Adamo al congresso di Circolo del Pd di Rende.

Ci sono frasi come: «… Sarà un momento importante, dove avremo la possibilità di rimettere in moto una realtà politica complessa ed allo stesso tempo centrale nella ricostruzione in città di un centrosinistra ampio, inclusivo ed attento alle esigenze dei più deboli..». Altre come: «…l’ unica a mio avviso, che incarna i valori di rinnovamento e ricostruzione. L’ unica capace di garantire visione ed autonomia politica, partecipazione, concretezza e coerenza; insomma di tutelare i principi basilari della democrazia e del Pd…».

Ovviamente Midulla si guarda bene dal dire quali siano i “valori” o la “coerenza” o cosa voglia dire “autonomia politica”. Non indica Midulla (né Adamo) cosa si intenda per “centrosinistra ampio, inclusivo e attento alle esigenze dei più deboli”.

Sono solo parole senza peso prese qua e là dalla nostra meravigliosa lingua senza metodo e senza alcuna responsabilità.

E invece le parole vanno scritte o parlate con responsabilità. Ognuno di noi in quanto essere parlante ha grandi responsabilità. Prima di esprimerci ognuno di noi dovrebbe avere mille dubbi che devono sempre venire perché, nella fretta, potremmo scrivere o dire sciocchezze. Potremmo non capire esattamente di cosa si sta parlando. Capita a tutti, anche ai più intelligenti.

Ogni volta che esprimiamo un concetto deve accompagnarci una riflessione. Anche sul silenzio perché, a volte, dopo averci pensato bene, avere dubitato, potremmo anche decidere che non abbiamo nulla da dire.