Rende, il Palazzetto era “cosa loro”: il vincitore della gara era (anche) parente dei Di Puppo. I riscontri delle indagini

A Rende c’era una larga parte di cittadinanza che non sapeva più che pesci pigliare rispetto a quello che accadeva, specialmente all’indomani del blitz di Gratteri. Molti cittadini non sapevano davvero spiegarsi con quale faccia il sindaco di Rende “riusciva” a dire che nella cittadina d’oltre Campagnano “la mafia non esiste” ma erano ancora più allibiti davanti alle prove schiaccianti di scambio elettorale politico-mafioso (per non dire altro) per l’affare del bando di gara per la gestione del Palazzetto dello Sport “Europa” di contrada Tocci a Rende.

Da qualche settimana finalmente i commissari hanno messo fine a questa indecenza, amplificata adesso anche dall’annullamento della scarcerazione del “capo” Marcello Mazzetta (https://www.iacchite.blog/rende-tutte-le-ragioni-della-revoca-della-concessione-del-palasport-della-ndrangheta/).

Nei mesi scorsi avevamo deciso di accendere i riflettori sul fortunato vincitore del bando di gara e molti cittadini ci avevano supportato nel farci capire di chi si tratta realmente. E così, dopo aver verificato con prove documentali che il signor Christian Francesco Dodaro è talmente vicino alla malapolitica dell’area urbana cosentina da essere stato candidato alle elezioni comunali di Cosenza prima con una lista civica a sostegno di Mario Occhiuto e poi addirittura con la lista di Fratelli d’Italia, è arrivato un particolare ancora più tragicomico, che purtroppo – non si capisce come… – è sfuggito a Gratteri ma non alla Commissione d’accesso antimafia, per fortuna.

Umberto Di Puppo

Il signor Christian Francesco Dodaro è parente diretto, cugino di secondo grado, dei boss rendesi Umberto e Michele Di Puppo. Sua madre, Giuseppina Di Puppo detta Pina, è sorella del padre dei due famigerati affiliati ai clan confederati della ‘ndrangheta cosentina. Non si tratta di una notizia “riservata” o peggio “segreta” ma si tratta di una parentela che in tanti hanno potuto toccare con mano e che è addirittura ricavabile soltanto dallo stesso profilo FB del fortunato vincitore del bando di gara, sul quale anche la madre interviene o per complimentarsi della sua “clamorosa” vittoria nel bando di gara o semplicemente per commentare altre vicende.

Christian Francesco DODARO, l’aggiudicatario della gara d’appalto, risulta essere cugino di secondo grado dei boss Michele ed Umberto Di Puppo.

Ed in effetti risulta dai documenti che:

  1. DODARO Christian, nato a Cosenza il 22.11.1983, è figlio di DODARO Francesco e DI PUPPO Giuseppina nata a Cosenza il 03.06.1957;

DI PUPPO Giuseppina risulta figlia di DI PUPPO Antonio nato a Rende (CS) il 06.11.1922 e di SFORTUNATO Raffaella

DI PUPPO Antonio nato a Rende (CS) il 06.11.1922 risulta a sua volta figlio di DI PUPPO Francesco e REDA Saveria

  1. DI PUPPO Michele, nato a Rende (CS) il 06.07.1964 e DI PUPPO Umberto, nato a Rende (CS) il 30.09.1969, sono figli di DI PUPPO Dante, nato a Cosenza il 25.03.1935 e CAIRA Genoveffa

DI PUPPO Dante nato a Cosenza il 25.03.1935 è figlio di DI PUPPO Michele nato a Cosenza il 13.09.1912 e CAPUTO Ersilia

  1. DI PUPPO Antonio nato a Rende (CS) il 06.11.1922 e DI PUPPO Michele nato a Cosenza il 13.09.1912 sono figli di DI PUPPO Francesco e REDA Saveria
  2. DODARO Christian è cugino in secondo grado dei fratelli DI PUPPO Michele e DI PUPPO Umberto

Tradotto in soldoni: qui non si tratta più di cercare un prestanome o una testa di legno per trovare le prove dello scambio politico-mafioso tra Manna e i clan rendesi. Il signor Christian Francesco Dodaro infatti è proprio intraneo alla famiglia e di conseguenza è a tutti gli effetti uno di loro.

Noi eravamo sicuri che la Dda fosse a conoscenza di questo particolare certamente non secondario, anche se probabilmente non era stato utilizzato nel dibattimento davanti al Tribunale della Libertà che aveva deciso l’annullamento della misura cautelare nei confronti del sindaco di Rende. Ma poi abbiamo saputo che è stato certamente utilizzato nel ricorso in Cassazione, che infatti aveva accolto l’istanza della Dda e ha disposto un nuovo procedimento al Riesame. E la circostanza è stata certamente alla base della decisione di sciogliere per infiltrazioni mafiose il Comune di Rende. Perché la parentela diretta tra il vincitore del bando e i Di Puppo è un formidabile riscontro a tutte le intercettazioni riportate nell’ordinanza e nei brogliacci nelle quali Manna stesso invoca una “persona pulita” e una “testa di legno” alla quale far vincere l’appalto.

Di conseguenza, abbiamo allargato il raggio dell’informazione ai nostri lettori, e abbiamo continuato a raccontarvi quello che è accaduto a Rende per la concretizzazione dell’affare del Palazzetto, che diventa sempre più il simbolo del patto tra politica e mafia nella gestione della cosa pubblica. Perché qui il problema non era se Manna stava in galera, ai domiciliari, al divieto di dimora o a piede libero. Qui il problema era cacciare a calci in culo Manna o chi per lui (la professoressa polacca) dal Comune di Rende e questo è finalmente avvenuto. Ma ora bisogna scandagliare a fondo tutti gli appalti, gli affidamenti e naturalmente anche il Psc per stanare quelli che faranno finta di niente e non vorranno abbandonare le postazioni guadagnate grazie alla massomafia.