Rende, la nuova speculazione cementizia sull’asse del Viale Principe gioverebbe solo alla borghesia mafiosa

PSC – Piano Strutturale Comunale

di Stefano Ammirato

A Rende hanno approvato nel silenzio più totale della comunità – proprio qualche mese prima dello scioglimento – il Piano Strutturale Comunale, attualmente sospeso dai commissari almeno fino al prossimo mese di giugno, che – se dovesse passare – si tradurrebbe in una nuova speculazione cementizia sull’asse del Viale Principe. Nel PSC è contenuta la storia probabile dei prossimi 20, 30 o 50 anni della città. Ma qualcuno afferma che solo i tecnici ne possono discutere (sic!).

Tutto quel tratto che prima era destinato all’edificazione di parchi e servizi oggi è divenuto idoneo ad ospitare opere di edilizia abitativa. Considerando che la popolazione cittadina – dopo la cavalcata demografica avuta a causa della costruzione dell’Università della Calabria – è sostanzialmente stabile come la popolazione studentesca universitaria e che già insistono in città diversi fabbricati sfitti ed invenduti, a chi gioverà questa nuova cementificazione?
L’unico Piano Strutturale adeguato a Rende sarebbe un effettivo e non meramente oliveriano e sloganistico “Cemento Zero” con un impegno nella ristrutturazione dell’esistente ed il potenziamento dei servizi a cominciare dai bistrattati e smantellati servizi sanitari di prossimità.

Purtroppo le comunità sono oramai assuefatte, depresse e spesso male informate. Le classi politico-dirigenziali fanno il bello ed il cattivo tempo anche favorite dall’assenza di un associazionismo orami evanescente e da una cosiddetta “società civile” irrilevante. Dall’altra parte i governanti pro-tempore sono evidentemente sorretti dalle classi borghesi/mafiose/imprenditoriali interessate alla spartizione dei servizi essenziali (acqua, rifiuti, sanità, trasporti e ultimamente cimiteriali) e allo sfruttamento del territorio. Così è!

Alla fine, al netto dei discorsi rivoluzionari da bar e alle bestemmie lanciate a caso mentre si sorbisce il caffé mattutino, forse si può con pudore affermare che meritiamo le classi politiche che abbiamo. A voglia di parlare di massomafia o di politici ladri. C’è una responsabilità dei singoli (i ladri) ma anche una responsabilità collettiva.
Se il cittadino di Rende non ha a cuore le sorti della sua città (che non è di proprietà di una Giunta momentanea ma è un Bene Comune collettivo delle generazioni che si susseguono) evidentemente è “giusto” che la stessa venga depredata e maltrattata. Sia inteso così com’è detto: con profondo dolore.