Archiviata, al momento, la vittoria, il quaquaraquà di Rende, al secolo Marcello Manna, nelle vesti di sindaco, è impegnato a mettere insieme già da adesso la sua sgangherata e composita maggioranza. Dentro il “cato” (recipiente per chi non conosce il cosentino) ci sono i pezzi del Pd di Oliverio, Madame Fifi e relativo consorte. Pezzi che, uniti ai pezzotti di Gigino i l’acqua o Tic Tac, alias Incarnato, hanno già messo all’incasso le cambiali firmate da Manna.
Deve pagare il dazio e quelli sono titoli che vanno pagati, altrimenti vengono protestati e non tutti si chiamano Occhiuto… C’è per esempio la cambiale intestata a Fabrizio Totera, l’avvocato fedele nei secoli e rappresentante della triade democratica, specialmente di Nicola Adamo. Totera è furbo, sa che da assessore potrebbe essere estromesso entro poco tempo e perciò non si fida e rivendica la Presidenza del Consiglio, una postazione tranquilla e ben remunerata.
Lo scranno alto, però, lo rivuole il medico – arbitro del Salento, al secolo Mario Rausa, che già lo occupa da quando da traditore abbandonò i Cinghiali e si accasò con il sindaco Manna che starnazzava alla ricerca di qualche passero in odore di incarichi. E fu così che ottenne i voti di “occhialini verdi” e poi quelli di Franchino De Rango, il re dei voltagabbana e poi ancora quelli dell’ingegnere “dieci partiti” in cinque anni ovvero Andrea Cuzzocrea, che poi però abbandonò la barca per andarsene con Talarico… che al mercato mio padre comprò…
Ma la presidenza la vuole pure Anna Maria Artese, sorella dell’Ariosto furioso, vero vicesindaco di Rende ormai da anni. E la vuole soprattutto il giovanotto, assistente “legale” del sindaco, Gaetano Morrone, fresco rieletto, seppur con pochi voti, visto che questa volta ha dovuto rinunciare alle preferenze di certi ambienti che in passato gli han dato una spinta essenziale. Così almeno hanno dichiarato alcuni collaboratori di giustizia, a cominciare da Foggetti, ritenuti validi per far arrestare Principe ma non lui e il suo “capo”.
Eh sì, perché cinque anni fa il Morrone, fra una birra e l’altra e un’altra ancora, in compagnia del comunicatore Marcello Romanelli, convocò, presso lo studio di Manna, proprio il Foggetti chiedendogli i voti per se e per il suo candidato sindaco. Questa ormai è storia, che trova riscontro in tanti verbali: la Dda attenziona da tempo lui ed i fatti successivi. Certo, deve trattarsi di una indagine lunga, troppo lunga, ma comunque ancora aperta, al pari di quelle che riguardano altri “pezzotti” pseudopolitici di Rende.
E pare che anche queste ultime elezioni siano nel mirino degli inquirenti. Vedremo.
Al momento, dunque, anche Morrone vuole fare il Presidente (del consiglio comunale) e Manna dice ai suoi fedelissimi che ha già deciso. Sarà lui, con i mugugni che si registrano e con la preoccupazione di eleggere uno che potrebbe finire presto – e pure da Presidente… – nel tritacarne giudiziario. Sarebbe per Manna l’ennesima figuraccia. A quel punto dovrebbe dimettersi e il quaquaraquà – per sua natura – non è molto incline alle dimissioni.
Quindi “Radio Rende” diffonde la notizia per due ragioni. Prima: non irritare Morrone, facendogli sapere che Manna lo vuole, mentre in realtà così lo fregherebbe senza usare olio lubrificante, avendo da tempo pensato ad altre persone, fra le quali proprio la Artese tanto potente quanto fedele oppure il Totera, senza il quale verrebbero meno i “soldini” dell’agenda urbana, quasi 20 milioni di euro senza i quali Manna potrebbe solo fare finta di essere sindaco.
Oliverio e Nicola Capu i Liuni sanno bene tuttavia che Manna oramai si è montato la testa e pensa di essere il nuovo “Messia”, pronto fra l’altro a rifugiarsi nella “destra” dei suoi sempre fedeli Occhiuto, Santelli ed Orsomarso. Pensando per esempio di conquistare addirittura la Provincia potendo ora contare su vecchie e nuove alleanze.
Gaetano Morrone, dunque, scalpita, ma a quanto pare al massimo dovrà accontentarsi di un’altra birretta, sempre se va bene. La sua carriera ormai dipende dalla Dda (con Manna, che ovviamente si para il culo dietro di lui) e dalle ambizioni del suo “padrone”, che, alla fine, lo sistemerà altrove, magari proprio con lui alla Provincia… Sempre se ci arriva! Così parlò “Radio Rende”.