Il consiglio comunale di Rende, convocato oggi dopo la richiesta delle minoranze per discutere della situazione amministrativa all’indomani delle inchieste che hanno ridotto in mutande il sindaco Mazzetta (tuttora al divieto di dimora a Rende ma… al calduccio d’a casa sua a Cosenza) non ha consentito alcun confronto. Com’era, del resto facilmente prevedibile, considerato chi sono gli sciacquini del sindaco.
Dopo la lettura del documento presentato dai richiedenti il Consiglio, e dopo un paio di mozioni d’ordine per chiedere al presidente Gaetano Morrone, notoriamente legato ai boss della mafia rendese, di favorire l’alternanza degli interventi tra maggioranza e minoranza, il rappresentante ufficiale della massomafia in mancanza del “capo”, ha aperto il dibattito, ma in assenza di interventi da parte della maggioranza (sul tema posto dalle minoranze e relativo alla valutazione di procedere a dimissioni collettive) senza dare il tempo necessario – in assenza di interventi della maggioranza -, affinché prendessero la parola i consiglieri di minoranza, si è affrettato in modo insolito e mai verificatosi in precedenza a chiudere i lavori del Consiglio, impedendo così ogni dibattito sulla situazione politico amministrativa esistente a Rende per le note vicende giudiziarie.
Dunque la maggioranza, con un pretesto banalissimo e contro ogni consuetudine propria del consiglio comunale, ha impedito il dibattito.
Ora, senza stare qui a considerare che quello del.presidente del Consiglio dovrebbe essere un ruolo super partes e di garanzia dell’intero Consiglio, perché tutti sanno che Rende è uno… stato libero dove regna il dittatore Mazzetta attorniato dai lecchini del suo cerchio magico, l’unica cosa che si sarebbe dovuta dire per sintetizzare il tutto è che Gaetano Morrone, nella sua qualità di “scagnozzo” incoronato dal boss-capo della locale rendese, ha eseguito gli ordini che gli sono stati dati.
Le minoranze, che hanno affidato la loro replica a Sandro Principe e Mimmo Talarico, hanno parlato genericamente di “omertà” e di “nessuno deve sapere” alludendo in maniera chiara ai metodi mafiosi della banda di Mazzetta ma non hanno avuto il coraggio di dire che Gaetano Morrone ha eseguito gli ordini del boss massomafioso che – sulla carta – ancora comanda Rende, in attesa che il “sistema” metta un altro avvocato al suo posto.
Gaetano Morrone, sempre più gradasso e sempre più impresentabile (anche fisicamente parlando), non s’è neanche accorto di aver commesso un grave errore eseguendo l’ordine del suo capo di impedire il dibattito del Consiglio. Questo ostruzionismo mafioso nuoce a loro stessi oltre che alla città.
La maggioranza mafiosa di Rende sta trascinando la città verso il fondo e verso il commissariamento. Questo ormai l’hanno capito tutti ma quello che ancora non è chiaro è dove vogliono andare a parare. E noi siamo molto curiosi di verificare fino a quale punto scenderanno. Come sempre a futura memoria.