Rende, nuova frenata per il Psc: esultano i palazzinari

Buongiorno direttore, le inviamo la nostra nota per cuì grazie ai nuovi impegni assunti dal sindaco Manna, il nuovo strumento urbanistico di Rende (PSC) subirà una brusca decelerazione e nel frattempo qualche costruttore ne approfitterà per trarre giovamento dalla riduzione delle fasce di rispetto dei fiumi, come nella foto riportata (Via Verdi Rende).

Protocollo “d’intesa del rischio idrogeologico”: le preoccupazioni di Spazio Aperto 1495

Continuano i proclami degli amministratori di Rende ma non ci si rende conto degli effetti e dei ritardi che si determinano sullo sviluppo del territorio, proprio in un momento cosi cruciale per la ripresa economica.

Alcune scelte, se pur positive, se non cronologicamente sincronizzate con altri strumenti di programmazione e pianificazione del territorio rischiano di arrestare l’intero processo di sviluppo del territorio.

I forti ritardi che già presenta l’iter del nuovo strumento urbanistico (PSC) rischiano di aumentare ancora di più.

Chiariamo un po’  le cose.

La sottoscrizione del Protocollo d’Intesa per la mitigazione e gestione  del rischio idrogeologico che ha siglato l’Amministrazione Manna, a seguito dell’ultima delibera di giunta n°87 del 20/04/2021,  unitamente ad altri Comuni oltre che  Provincia e  Regione con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, è avvenuta a seguito del Decreto Generale dell’AdBDAM n°540 del 13/10/2020, con  il quale sono state adottate le Misure di Salvaguardia sulle aree indicate nelle “proposte di aggiornamento” dei Piani Stralcio di Assetto Idrogeologico – Rischio idraulico (PAI), con riferimento alla nuova mappatura del rischio alluvioni indicata nel Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA).

Con tale Protocollo d’Intesa i Comuni della Alta Valle del Crati avendo competenze dirette in materia di uso e gestione del territorio, anche in relazione agli strumenti di pianificazione e programmazione sovraordinati, hanno promosso, su proposta del Sindaco del Comune di Rende, un’azione comune per sottoporre all’Autorità di Bacino una possibile rimodulazione delle mappe di rischio idraulico da adottare nel Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA), allo scopo di definire un reticolo idrografico più coerente con la realtà territoriale e di determinare la corretta dimensione delle fasce di attenzione per rischio alluvione.

In poche parole la nuova mappatura riportata nel Piano di gestione Rischio alluvioni (PRGA) aumenta la perimetrazione delle aree di attenzione limitando le azioni d’intervento sul territorio e dell’edilizia.

Il Protocollo d’Intesa prevede di istituire un tavolo tecnico di confronto e condivisione attraverso l’individuazione di un gruppo di lavoro composto da funzionari e/o esperti della materia degli Enti firmatari, che dovranno redigere, entro 60 giorni dalla loro nomina, un programma tecnico operativo, temporale e finanziario. La durata temporale del Protocollo d’Intesa, per la realizzazione delle azioni previste nel programma, al fine di riperimetrare le nuove aree, dovrà essere ancora stabilito, prevedendo possibili proroghe per come stabilito dall’art. 6 del protocollo.

E’ opportuno ricordare che ad oggi l’iter di approvazione del nuovo strumento di programmazione urbanistico (PSC) non risulta concluso. La nuova rimodulazione delle aree soggette al rischio alluvioni, a seguito del nuovo Protocollo d’Intesa del rischio idrogeologico, dovrà essere necessariamente inserita nel redigendo PSC, questo  determinerà dei nuovi vincoli,e quindi delle nuove scelte di cui i progettisti del  PSC dovranno tenerne conto.

Tutto si traduce in un aumento temporale dell’iter di approvazione del PSC, traslando ancora una volta a data da definirsi la conclusione  dello strumento di programmazione del territorio.

Pertanto, noi di “Spazio Aperto 1495” ci chiediamo: quando si concluderà concretamente questo Piano Strutturale? E soprattutto manifestiamo la nostra preoccupazione per la possibilità che si approfitti dell’aggiornamento della perimetrazione, non cosi come è stata proposta, e cioè allo scopo di tutelare il reticolo idrografico del territorio, e in particolare dei canali di scolo oggi per lo più tombati e ostruiti, ma che si assecondino gli appetiti dei costruttori nei rivoli dei tavoli tecnici favorendo ulteriore consumo del territorio e interventi edilizi a ridosso delle fasce fluviali, come in passato è già avvenuto in alcune aree della città.

ASSOCIAZIONE “SPAZIO APERTO 1495”

IL DIRETTIVO