Rende, Savino assessore del quaquaraquà: tornano i politici-costruttori

Giuseppe Savino

Alla fine, a stuazzi e pitazzi, due alla volta, come al gioco dell’oca, il sindaco di Rende, il quaquaraquà Marcello Manna, ha nominato altri due assessori, in quota Cinghiale-Cinghialotto.

Si tratta di un certo Antonio Vilardi, che dev’essere qualche oscuro burocrate e passacarte buono a fare il prestanome, ma soprattutto di un “pezzotto” appartenente ad una famiglia importante che finora non si era mai prestata a tenere il sacco alla politica corrotta.

Uno dei nuovi assessori (come Iacchite’ anticipava l’8 febbraio) è Giuseppe Savino, figlio ed erede milionario dei costruttori-palazzinari che hanno edificato tutto il possibile a Cosenza e poi a Rende. Una famiglia composta da due fratelli ingegneri che venuti da Napoli sul finire degli anni ’60, si sono buttati nell’edilizia costruendo palazzi in stile “palazzacci” e si sono arricchiti, arrivando a vincere l’appalto per la costruzione della sede della Questura di Cosenza.

Il salto grande lo hanno compiuto venti anni fa a Rende costruendo a Commenda i palazzi che fanno quadrato con la sede del consiglio comunale. Milioni di metri cubi costruiti quando comandava Sandro Principe e che hanno assestato il colpo di grazia al comparto del cuore della nuova Rende.

Ferruccio ed Ercole Savino sono stati per anni acquattati dietro ai loro affari, mai un cenno di adesione alla politica, tranne che con Sandro Principe. Non può spiegarsi altrimenti l’opportunità di realizzare l’insediamento edilizio in quel di Commenda. Un’area tra le più pregiate della cittadina del Campagnano.

Negli anni in cui, come disse Carlo Sama al processo Enimont, non c’era proprio da spiegare nulla ai politici da comprare. Si compravano e basta. E si compravano senza problemi di tracciabilità dei flussi di denaro.

I Savino non si sono mai prestati alla politica, avranno ovviamente anche loro dovuto subire vessazioni e richieste strane, sia dalla politica sia dalla delinquenza. Troppo alti i loro profitti, troppo evidenti i loro interessi economici da non allertare la malavita e la politica in cerca di soldi.

Hanno fittato i magazzini lussuosi alle banche e, quindi, hanno protetto i loro affari, spingendosi anche verso quell’ex paradiso terrestre dell’alto tirreno cosentino, ove hanno moltiplicato le loro costruzioni.

I Savino ora improvvisamente decidono di autorizzare il giovane rampollo (esperto in macchine e orologi lussuosi e… karaoke) a schierarsi, peraltro, con sponsor di siffatto lignaggio senza guadagnarci e far guadagnare nulla? Ci pare strano, troppo strano. Così il sindaco diventa il protettore di una nuova casta di costruttori. Dopo i grandi e piccoli costruttori rendesi che per decenni hanno goduto di ogni agevolazione, arrivano i nuovi politici-costruttori.

Bisogna capire cosa sta accadendo oltre il Campagnano. Capire di quali interessi deleteri intende cibarsi l’Armata Brancaleone di Marcello Manna, il quaquaraquà.