Nuovi rilievi dell’Arpacal, un’indagine della Procura della Repubblica e la levata – legittima – di scudi da parte di cittadini e associazioni ambientaliste di Rende e Montalto Uffugo.
II rogo della notte del 22 maggio nel centro stoccaggio e lavorazione rifiuti di Calabra Maceri a contrada Lecco non può passare inosservato.
Ammantarsi dietro il senso del dovere dei lavoratori, del rogo domato in “sole” 4 ore, della ripresa immediata delle attività, non fa bene a nessuno.
E’ necessaria un’operazione verità.
Come è possibile che siano andati in “autocombustione” dei rifiuti nel pieno della notte? Sono state rispettate tutte le procedure per il corretto stoccaggio dei rifiuti? C’è stato dolo?
Se ci sono delle responsabilità sarà la magistratura a stabilirlo. Non la politica.
Altre, invece, sono le risposte che ci deve dare la politica.
Far autorizzare la trasformazione del sito di contrada Lecco da deposito temporaneo a stoccaggio dei rifiuti in una zona a poche centinaia di metri da un centro urbano (scuole, abitazioni, centro Asp) non è stata forse una decisione sbagliata? Da cosa è stata dettata?
Di sicuro a gravare su salute pubblica e sicurezza pesa l’incapacità amministrativa delle istituzioni.
Che fine ha fatto lo stanziamento di 42 milioni di euro destinato all’Ato di Cosenza per la realizzazione dell’ecodistretto in provincia?
La Regione Calabria ha il dovere di mettere in campo tutte le azioni necessarie per:
– accelerare il raggiungimento di una reale ed elevata percentuale di raccolta differenziata;
– ridurre la necessità di aprire nuove discariche;
– contrastare i fenomeni criminosi associati alla gestione dei rifiuti urbani;
– creare filiere industriali a norma ad elevata intensità tecnologica;
– far controllare e monitorare il rispetto delle regole negli stabilimenti.
Non possiamo più permetterci bombe ecologiche ad orologeria.
Sergio Aquino, candidato per De Magistris Presidente