Renzi fa fuori il PD locale: chi di schifezze ferisce, di schifezze perisce

A voler andare dietro alle chiacchiere dei nostri politicanti, per capire cosa hanno da dire, si finisce col perdersi in un vorticoso giro di bugie e menzogne, che per uscirne, qualora ci resti invischiato, non bastano poi 100 sedute psichiatriche. Roba che neanche Sigmund Freud saprebbe interpretare, tanto non si distingue, quando parlano, dove sta il vero e dove sta il falso.

Non sai mai se quello che dicono sia attendibile o meno. Ogni loro espressione è finalizzata quasi sempre a confondere le acque. La sincerità non sanno neanche dove sta di casa. Ogni affermazione è resa solo ed esclusivamente per tendere tranelli e armare tarantelle ai loro nemici, ma anche per intortarsi i cittadini, che spesso ci cascano. Niente esce dalla loro bocca, come “natura” vorrebbe, con chiarezza.

Seguono sempre, nella “comunicazione”, una strategia, una tattica, stabilita a tavolino, la cui finalità, come sempre, esula dalla nobiltà della politica e dalla ricerca del bene comune. Se così si comportano è solo per tornaconto personale. Tutto ciò avviene per via delle guerre intestine che avvengono storicamente nei partiti, e nel nostro specifico ci riferiamo a quelle interne al PD locale, per la gestione del potere.

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Non conviene a nessuno essere sinceri e politicamente corretti, perché, a comportarsi così, non ci si guadagna nulla per se stessi. Se non sei un bugiardo, un disonesto, un arrivista, un arrampicatore, un mezzo intrallazzino, è meglio che vai da un’altra parte, la sede del PD non fa per te. Non c’è posto per la chiarezza e l’onestà, materiale e politica, nella politica cittadina. Perché non hanno nessun interesse a lavorare per noi. Se non c’escia nenti ppe loro, stai tranquillo che non si muovono.

L’ultima chiacchiera del PD locale è quella secondo la quale sono pronti da mesi con il candidato a sindaco di Cosenza, di cui hanno nome e cognome. Un candidato scelto da tempo e condiviso con gli alleati. Ma volutamente tenuto nascosto per una questione di opportunità politica.

Quindi, non è vero che il partito a Cosenza è spaccato, diviso, ed in perenne lotta, prova ne è, secondo loro, l’accordo sul candidato unitario segreto. Sono talmente uniti, che qualcuno inizia a spifferare che non servono neanche le primarie. Tutti d’accordo: Madame Fifì, Nicola, Carletto, Magorno, Minniti. Per cui siamo noi che ci siamo inventati le guerre nel PD locale, i disaccordi, i curtiddrati, le fazioni, gli interessi di parte, il trinceramento delle famose rendite di posizione, e la difesa dei privilegi.

Nel PD di Cosenza regnano l’amore e la concordia. Infatti la nostra redazione, che a questa chiacchiera ha abboccato, ha deciso di cancellare dal sito tutti gli articoli che parlano e descrivono questo scenario di guerra nel PD locale, che non corrisponde al vero.

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Ma chi è questo candidato segreto? Di sicuro non lo sanno neanche loro, ma si possono formulare alcuni ipotesi, su tutte Carletto. Un nome che ha circolato in una prima fase, perché vicino a Renzi, nonchè alleato con Minniti in chiave anti Madame Fifì. E poteva fin qui anche stare bene a Roma.

Ma Renzi, che ci tiene particolarmente a Cosenza, non è stato mai convinto del tutto su questo nome, o meglio, in quella fase glielo ha fatto credere che dovesse essere lui, al punto che ha dato disposizioni politiche ai dirigenti del PD locale di non impegnarsi con nessuno elettoralmente, fin quando non lo dice lui. Ed è proprio per giustificare questa sorta di commissariamento che i dirigenti locali si sono inventati la chiacchiera del candidato unitario segreto.

Per non fare la figura, davanti agli elettori, degli incapaci che sono. Come a dire: noi siamo pronti da tempo, è Roma che ci mette i bastoni tra le ruote. E’ chiaro, almeno per noi, e lo scriviamo da tempo, che il candidato di Renzi, per le amministrative di Cosenza, non sarà uno del PD. Fatevene una ragione.

Prendiamo anche solo per un istante per vera l’affermazione dei dirigenti del PD e la reale esistenza del candidato unitario segreto. Beh, allora questo, state sicuri, semmai esista, non passerà mai.

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Perché è da tempo che Renzi gli racconta chiacchiere, per portarli dove lui vuole. Tant’è che per mettere a tacere definitamente tutti questi cialtroni del PD locale, ha già avviato da tempo l’operazione “candidato Cosenza”. La vicinanza odierna dei Cinghiali, e di Giacometto, al candidato Lucio Presta, voluta dal premier (è chiaro), è l’indicazione a quegli arribbusciati del Pd di Cosenza su quale carreggiata devono immettersi.

Può Renzi, secondo voi, preferire un Guccione qualsiasi ad un suo amico sincero, come Lucio Presta, di cui ha stima e fiducia? Certo che no.

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Il Cinghiale, che sin dall’inizio ha dato piena disponibilità a Renzi su Cosenza, in cambio di un sottosegretariato, a sostenere come candidato chiunque lui voglia (Guccione e Paolini prima e ora Presta) la musica, come sempre l’aveva capita dall’inizio. Ed oggi si dichiara pubblicamente, e se lo fa è perché è sostenuto pesantemente dal governo e da Renzi.

Dunque, sin dall’inizio, nei progetti segreti di Renzi, che bene si è guardato dal dire a quei fitusi del PD locale, era Presta il suo candidato. Ma non poteva dirlo subito. Ed ha lasciato che qui si scannassero tra di loro, per poi intervenire. Un Presta, alla luce di queste nuove, sempre più lanciato come candidato di un “cartello ampio” che si ingrossa, e di non poco.

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Certo, il Lucio avrà qualche problemino a camuffare determinate presenze nelle liste di personaggi che per i cosentini rappresentano la solita solfa, che gli derivano da questa alleanza con il Cinghiale. Ma la presenza della lista di Giacometto, al suo fianco, potrà fungere da “inglobatoio” per gli “impresentabili”. Bisogna vedere quale sarà il do ut des di questo accordo, e se Presta riuscirà a conservare quella autonomia che fino ad oggi lo ha caratterizzato. La via è tracciata e – Renzi su questo non vuole sentire più chiacchiere –   a quei buffoni del PD locale non resta altro da fare che accodarsi. Cestinando definitivamente il loro fantomatico candidato unitario, di cui non sapremo mai la reale e vera identità.

Questa volta i furbetti della chiacchiera sono stati a loro volta vittime di chiacchiere: quelle che per mesi Renzi gli ha raccontato, per portarli a questo punto dove nessuno può dire più di no.

Chi di schifezze ferisce, di schifezze perisce. Una piccola soddisfazione per noi cittadini che abbocchiamo sempre alle loro chiacchiere. Con questa manovra a tenaglia su Cosenza, Renzi, oltre a mettere apposto quei pagliacci del PD locale, ha messo all’angolo anche gli avversari di Presta: Occhiuto e Paolini. Isolandoli politicamente e tracciando un solco tra loro e tre quarti del potenziale elettorale cittadino.

Dietro questo isolamento non c’è solo una valutazione di opportunità politica sui due antagonisti, ma anche un messaggio chiaro ed inequivocabile a tutti gli altri di stare lontano da loro (Occhiuto e Paolini) perché la Befana è vicina e le carte i giudici le hanno quasi finite di firmare.

GdD