Riace e tragedia di Lamezia, vittime della stessa malapolitica

Oggi è un giorno di riscatto per la Calabria che lotta, resiste e manifesta a Riace. Ma è anche una giornata di lutto per i calabresi che si sono stretti attorno alla famiglia di Stefania, uccisa insieme ai suoi due bambini dalla furia delle acque e dalla inettitudine di questa politica.

Due momenti che sembrano distinti, lontani l’uno dall’altro, ma, se si guarda bene, e con occhi sinceri, si scopre che c’è un filo conduttore che lega entrambe le storie: la malapolitica.

Già, se Stefania e i suoi due bambini sono morti non si può certo dare la colpa alla “natura”, anche perché questa scusa non regge più, le responsabilità di questa enorme tragedia sono da attribuirsi alla malapolitica; la stessa che amministra i territori che sistematicamente, dopo qualche ora di pioggia, iniziano a sgretolarsi. Decenni di incuria e di abbandono dei luoghi hanno fatto sì che la natura si riprendesse quello che gli era stato tolto, trasformando normali eventi naturali in delle vere e proprie bombe ad orologeria, pronte a scoppiare ad ogni minimo e naturale mutamento climatico. “Fenomeni” che si verificano principalmente per la mancata manutenzione del territorio.

Non è difficile prevedere che con l’arrivo delle piogge i corsi d’acqua si ingrossano, non ci vuole uno scienziato per capire questo, e dovrebbe essere normale, prima dell’arrivo delle piogge, controllare che le vie dell’acqua non siano ostruite. Un’operazione che dovrebbe essere routine per tutte le amministrazioni calabresi, ma nessuno si preoccupa mai di questo. Ci affidiamo alla Madonna, come ha detto il presidente Oliverio, e si parla di manutenzione del territorio solo dopo qualche tragedia. A nessun politico gliene è mai fregato niente della sicurezza del territorio. Questa è la malapolitica: spendono milioni e milioni di euro per affidamenti diretti farlocchi, opere inutili e appalti spezzatino per gli amici degli amici, e poi nessuno si preoccupa di andare a rimuove i tronchi che ostruiscono il fiume che attraversa i centri abitati, nonostante un’allerta meteo. Esiste addirittura, nella stessa figura di Palla Palla medesimo, il “commissario per la mitigazione del rischio idrogelologico” e addirittura un “soggetto attuatore”: ma si tratta soltanto di un metodo per rastrellare ancora altri soldi e “mangiarseli” per i propri porci comodi. E ancora nessuno ha chiesto a Palla Palla di smontare questo ufficio che non serve a nulla se non alle sue clientele.

Certo è che la colpa è anche di chi da 50 anni a questa parte continua a votare sempre gli stessi: destra o sinistra che sia, nessuno ha mai fatto niente.

Anche quello che succede a Riace è frutto della malapolitica, responsabile pure dei tanti morti nel Mediterraneo. L’arresto di Lucano, lo hanno capito tutti, anche i fascisti, è un arresto politico, ad opera degli stessi politici che hanno causato la morte di Stefania e dei suoi bambini. Riace non è certo il paradiso, ma è di sicuro un luogo dove ci si può affrancare. Un porto sicuro per i tanti disperati in cerca di risposo, prima di riprendere il loro viaggio. Per molti profughi Riace è il primo luogo, dopo aver attraversato il deserto e i lager libici, dove trovano un po’ di umanità. Un luogo dove nessuno è discriminato, e dove tutti possono riorganizzarsi in attesa di miglior fortuna. Un modello che, per come si configura la “nuova accoglienza”, non va più bene. Infamare Mimmo Lucano è servito alla malapolitica per far passare l’idea nell’immaginario collettivo che non esistono “santi” quando si tratta di accoglienza, e che anche quello che si riteneva il modello ideale, a conti fatti, altro non è che il solito magna magna. E anche Lucano non è esente da questo.

Tutto questo perché la malapolitica ha intenzione di “risolvere” il problema dell’arrivo dei profughi, costruendo della grandi gabbie, controllate militarmente, dove rinchiudere tutti coloro i quali raggiungono il nostro paese a bordo dei barconi. Destinando la gestione amministrativa di questi nuovi lager agli amici degli amici. Una operazione nata con Minniti e portata a termine da Salvini. E con un esempio come quello di Riace, la realizzazione di questo progetto non sarebbe stata possibile.

Ecco perché, oltre che Stefania e suoi bambini, hanno ucciso anche Riace. E l’assassina è sempre lei: la malapolitica.