RIGASSIFICATORE DI GIOIA TAURO, L’ENNESIMA PRESA PER IL CULO PER LA CALABRIA.
IL governo Meloni ha dato il via libera alla costruzione del rigassificatore di Gioia Tauro. Opera voluta e sponsorizzata dal presidente della Regione Calabria, il parassita sociale Roberto Occhiuto. Il quale a poche ore dall’approvazione ha esclamato: “Il via libera del Consiglio dei ministri al decreto Energia, che contiene la norma per la realizzazione del rigassificatore di Gioia Tauro, è un’ottima notizia per la Calabria. L’impianto che nascerà nel nostro territorio è stato giudicato strategico dal governo nazionale. Avremo un polo energetico fondamentale per il Paese e finalmente riusciremo a sfruttare una parte dell’enorme area retroportuale della Piana. Ringrazio il premier Meloni e il ministro Pichetto Fratin per aver deciso di puntare sulla Calabria per questa importantissima infrastruttura”.
Questi sono i risultati ad avere messo a guidare la nostra regione un Presidente incapace, parolaio, che vende fumo. Il dramma è che a pagarne le conseguenze saranno ancora una volta la Calabria e i calabresi.
Il piano dei rigassificatori nasce dalla scellerata scelta del governo Draghi, proseguita dal governo Meloni, di ridurre fortemente l’acquisto di gas dalla Russia in conseguenza della guerra in Ucraina. Siamo passati dalla nostra dipendenza dal gas russo che pagavamo a poco prezzo a quella di paesi del Nord Africa, Algeria, Mozambico, Congo, Angola, regimi antidemocratici a loro volta, pagando il gas decine di volte di più e riempiendoci di scorte che superato l’iniziale momento di crisi adesso siamo costretti a svendere a prezzi irrisori. Per non parlare del gas degli Stati Uniti, altamente inquinante, che ci arriva in nave a prezzi esorbitanti. Il governo Draghi, in nome dell’emergenza aveva previsto la nascita di due nuovi rigassificatori, uno a Ravenna che sarà pronto nell’autunno 2024 e l’altro a Piombino, che è in funzione da poco. La popolazione di Piombino con in testa il sindaco di Fratelli d’Italia si oppone da sempre a questo rigassificatore giudicandolo pericoloso. A Ravenna il movimento di protesta è meno forte ma altrettanto determinato a denunciare i pericoli ambientali dell’operazione.
Solo il Presidente della Regione Calabria si è intestardito a portare avanti questo progetto del rigassificatore a Gioia Tauro che dormiva tranquillamente nei cassetti da oltre vent’anni. Naturalmente per imbonire la popolazione si sparano cifre ad minchiam, un po’ come sul Ponte di Messina. E su questo. dall’alto della sua esperienza (sic!). il nostro parassita è un maestro, un vero cazzaro di Calabria. E allora via con la sinfonia delle minchiate: “Gioia Tauro sarà l’hub energetico non solo del Paese ma anche dell’Europa”. Come no, presidente, facciamo del mondo intero anzi del globo terracqueo e non ne parliamo più. E ancora: “Calcolati 1000 addetti nei cantieri, 125 per l’impianto a regime, con un indotto di almeno 500 lavoratori”. Da dove escono questi dati solo lui lo sa, la Cisl dell’impresentabile Sbarra (che vergogna) a ruota, la Confindustria Calabria e buona parte dei media di regime finanziati dal parassita, che urla al miracolo.
Il politicante “cusendino” parla o meglio biascica come se l’idea fosse sua o dei tecnici regionali. Il progetto del rigassificatore, come scrive il Sole 24 Ore, nasce da un’idea di una società energetica. “Il progetto – secondo un dossier pubblicato mesi fa da “Il Sole 24 Ore” – risale a più di 10 anni fa, ed è stata revisionato nel 2015: fa capo a Lng Medgas Terminal, che ha come azionista di riferimento Fingas, controllata pariteticamente da Iren e Sorgenia”. Quindi la Regione Calabria si mette a disposizione del privato che pensiamo curi innanzitutto ii suoi interessi.
Il progetto prevede il posizionamento del rigassificatore all’interno del retroporto, in un’area di 47 ettari che ricade nei comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno, e il collegamento per 7 chilometri alla rete della Società nazionale metanodotti (Snam). I sindaci dei comuni interessati hanno più volte denunciato di non sapere nulla di questo progetto che nasce da una imposizione del presidente Occhiuto.
Per la costruzione dell’impianto che andrebbe ad essere impattante per la piano di Gioia Tauro ci vorranno anni ed anni, almeno un quinquennio.
Lo stesso Occhiuto ammette che ci vorrà tempo, parla di una prospettiva lunga perché per farlo ci vogliono begli annetti. E se lo dice lui, figuratevi quanti decenni ci vorranno.
Ad oggi solo le associazioni ambientaliste hanno detto un NO CHIARO, L’OPPOSIZIONE NATURALMENTE TACE. Scrive Legambiente: “L’impianto di Gioia Tauro costerà oltre un miliardo di euro e richiederà svariati anni per la sua costruzione che avverrebbe, tra l’altro, in una zona indicata ad alta pericolosità sismica. Si tratterebbe di un impianto particolarmente impattante sotto il profilo ambientale trattandosi di un impianto on shore che ricoprirebbe un’area di circa 47 ettari ricadente nei comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno e dovrebbe riportare allo stato gassoso 12 miliardi di metri cubi all’anno di combustibile, reso liquido per il trasporto in navi cisterna per il cui attracco sarà realizzata un’apposita piattaforma di scarico a 500 metri circa dalla costa”.
Siamo all’eterna presa per il culo della Calabria. Negli anni 70 i governi di centrosinistra ci imbrogliarono con il cosiddetto pacchetto Colombo, con il V centro siderurgico che doveva portare l’industrializzazione della Calabria e con esso il benessere. Furono spiantati e rasi al suolo aranceti e uliveti secolari nell’indifferenza nostra, poi la siderurgia andò in crisi e ci restò il deserto. E IL BENESSERE CI FU PER POCHI. Non contenti di tutto ciò, a quel punto ci proposero la Centrale a carbone e solo l’opposizione della gente di Calabria sventò quest’altro progettone. Ora se ne viene il parassita con questa idea scellerata e folle e vedrete che quando tutto sarà pronto il rigassificatore non servirà più perché il mercato dell’energia fossile sarà sempre più marginale e costoso. Il mercato per fortuna non dipende dalle minchiate di Occhiuto e company e punta velocemente verso le energie rinnovabili. Abbiamo vento, laghi, sole per puntare su un hub delle energie rinnovabili. E la piattaforma del freddo non ha nulla a che spartire con il rigassificatore. Altro imbroglio, se ci sono le capacità e la volontà si può fare subito.
Qualcuno spieghi a Occhiuto che la Calabria non è sua e che lo sviluppo di questa nostra terra passa attraverso le bellezze naturali dal mare ai paesaggi ai borghi alle campagne. L’obbrobrio di un rigassificatore piazzato nella piana e nel golfo di Gioia Tauro sarebbe un colpo mortale anche per il nostro turismo. Le spiagge di Palmi, San Ferdinando e Nicotera sono lì a due passi, hanno già i loro problemi di inquinamento, non diamogli anche questa mazzata finale. E Capo Vaticano e Tropea, le capitali del turismo calabrese, sono proprio di fronte al golfo di Gioia Tauro. Occupano molte più persone delle 150 previste per il rigassificatore, non ammazziamole. Occhiuto, giù le mani dalla Calabria.