La Santelli non fa altro che criticare il governo centrale per la scarsa attenzione ai bisogni della Calabria, e nel mentre dice questo, annuncia che se lo stato non interverrà con ingenti risorse a dare una mano concreta ai calabresi ridotti all’osso, sarà lei come regione, per quel che può, ad intervenire economicamente per alleviare le tante sofferenze che questa emergenza ha creato. Perché, dice la Santelli, questo governo fa solo annunci, e poi fa finta di non capire che il bisogno è oggi e che i “tempi della politica”, mai come in questo caso, non corrispondono alle esigenze quotidiane dei cittadini. Non si possono aspettare i tempi burocratici per andare a fare la spesa. Bisogna fare arrivare il denaro nelle tasche di chi ne ha bisogno il prima possibile, senza burocrazia e intoppi vari: famiglie, cittadini e imprese.
Perché questa è un’emergenza, e nelle emergenze si agisce subito. È questo il cuore della critica che Jole e tutto il suo apparato muove al governo. E visto che la disattenzione del governo continua, così come la stessa Jole dice nei suoi comunicati ufficiali, ha deciso di muoversi in prima persona perché lei, a differenza del governo, ai calabresi ci vo beni. Senza perdere tempo ha subito convocato una giunta (inizio aprile) per dare risposte concrete ed immediate al popolo stremato, una giunta che passerà alla storia con la delibera dal titolo: “Riparti Calabria”. Sottotitolo: “Misura di solidarietà Calabria”. Che già così dice tutto.
Dice Jole nel suo comunicato di lancio della misura: “Su proposta dell’Assessore al Welfare Gianluca Gallo, la giunta regionale guidata da me ha approvato la delibera n.44 del 9 aprile 2020 con cui viene dato indirizzo al Dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali” per l’adozione degli atti necessari all’adozione della “Misura di solidarietà Calabria”.
Con il provvedimento – finanziato mediante la riallocazione di 25 milioni di euro dal POR 2014/2020 e dai PAC 2014/2020 e 2007/2013 – l’amministrazione regionale intende soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali delle famiglie più fragili (per difficoltà croniche, congiunturali o crisi di liquidità temporanea) attraverso il riconoscimento di buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di beni di prima necessità, o l’acquisto e distribuzione di beni alimentari o prodotti di prima necessità da parte dei Comuni, con particolare riferimento all’acquisto e distribuzione di generi alimentari prodotti in Calabria, nel rispetto delle procedure ad evidenza pubblica, al fine di sostenere il settore agroalimentare calabrese. Sarà data priorità ai soggetti che non siano già assegnatari di sostegno pubblico.
Ora è chiaro a tutti, anche agli analfabeti funzionali, che è lei a parlare di urgenza, priorità e di buoni spesa e aiuto alle famiglie che oggi sono in difficoltà. E qui nasce una piccola riflessione (che possono fare tutti, non è complessa): se i buoni spesa del governo arrivano dopo 5 giorni dal decreto, tutta la franzamaglia santelliana subito pronta a gridare allo scandalo, se invece dei buoni spesa della Jole, dopo 15 giorni dall’atto, non si vede neanche l’ombra, va tutto bene. Come a dire: non c’è poi tutta questa urgenza, i poveri affamati, in questo caso, possono aspettare. Mah! Non solo: i buoni della spesa della Jole, oltre a non esserci nell’emergenza, non arriveranno mai, perché continuano a prendervi per i fondelli e diversi ci cascano. Quello della Jole è solo un atto di indirizzo che di fatto non sblocca nessuna risorsa, prima di “vergare” una delibera che autorizza la banca a sganciare pampine, bisogna approvare il bilancio e chissà questo quando avverrà. Perciò, come non mai, l’emissione dei buoni spesa della Jole sono legati ai tempi burocratici, gli stessi che critica a Conte. Però nel contempo è riuscita a fare in men che non si dica tutto quello che occorreva agli amici degli amici.
Se quelli di Conte sono annunci, e in gran parte lo sono, quelli della Santelli, alla luce delle carte e della sua stessa voce, come possiamo definirli? A Cusenza dicimu chiacchiari… ma tanto, pensa la Santelli, ancunu ca ‘mmucca si trova sempri!