Ritorna l’era del cinghiale… ma non è quello bianco

“Spero che ritorni presto l’era del cinghiale bianco”, cantava Franco Battiato. Certo, quando lo diceva, probabilmente aveva in mente qualcos’altro. Ma si sa, le profezie sono strane: prendono strade impreviste, giocano con i destini e, a volte, finiscono per realizzarsi nei modi più inattesi.

C’era chi lo aveva previsto, chi ne aveva letto i segni nelle ombre della città, chi aveva riconosciuto nell’apparizione del cinghiale vagante a Vaglio Lise un presagio di ritorno inevitabile. E alla fine, proprio come nei migliori documentari sulla fauna selvatica, l’animale è tornato nel suo habitat naturale. L’Aula ha parlato, la Giunta delle elezioni ha decretato: il cinghialotto Andrea Gentile entra in Parlamento. L’era del cinghiale è ritornata, anche se non sono bianchi come quello auspicato dal maestro Battiato. Ma sempre cinghiali sono. Bisogna anche sapersi accontentare. La profezia annunciata dal cinghiale vagante di Vaglio Lise https://www.iacchite.blog/cosenza-il-cinghiale-in-giro-per-la-citta-annuncia-il-ritorno-di-andrea/ si è avverata. Chi aveva pensato a una semplice presenza casuale, a un animale smarrito in cerca di cibo, ora dovrà ricredersi: quel cinghiale non era solo un visitatore notturno, ma un messaggero del destino. Un destino già scritto per il cinghialotto Andrea, che, come da profezia, ha trovato la sua collocazione. Grazie soprattutto alla mai cessata influenza del grande e unico cinghiale: Tonino Gentile, capostipite del branco.

Come sempre, Tonino il cinghiale anche questa volta ha dimostrato che “quando il cinghiale è ferito, ammazza a tutti”. Dopo mesi trascorsi a osservare da lontano, aspettando che le condizioni fossero favorevoli, ha annusato l’aria, battuto il terreno e infine ha trovato il varco perfetto per rientrare nella grande riserva del potere. Un passaggio naturale, quasi inevitabile. Perché certi esemplari, seppur costretti ad arretrare temporaneamente, non si estinguono mai davvero.

È tornata l’era del cinghiale, ed erano in tanti ad aspettarla, soprattutto il branco. Tutti quei cinghiali rimasti orfani, che da troppo tempo non grufolavano nella grande mangiatoia pubblica e che ora, finalmente, possono ritornare a riempire “u scifu”. Il cinghiale non torna mai da solo: con lui si rimette in moto un intero ecosistema, pronto a riprendere il proprio posto nel grande ciclo della politica. Un ciclo che si ripete sempre uguale a se stesso, con la precisione di una legge naturale. E mentre il branco si compatta e i vecchi equilibri si riallineano, c’è già chi affila le zanne e chi si sistema il tovagliolo. Il recinto è stato riaperto, il pascolo è rigoglioso e il banchetto può ufficialmente ricominciare.