Al di là delle chiacchiere, delle promesse impossibili, della retorica e dei discorsi di facciata, questa campagna elettorale — appena iniziata e come sempre priva di contenuti reali — rivela i suoi veri argomenti solo dietro le quinte, dove circolano le autentiche piccantezze di questa farsa elettorale. Che altro non è che la solita minestra riscaldata, insipida e senza gusto, che però, con l’aggiunta di un peperoncino piccante, può trasformarsi in un piatto più saporito.
E di piccantezze, nelle pietanze di Robertino, ce ne sono eccome: dalle amicizie speziate, agli incontri pepati, fino alle frequentazioni che fanno alzare di parecchio la Scala di Scoville. Si sa, il peperoncino è afrodisiaco, libera le passioni, fa sudare: è la metafora perfetta del fuoco che brucia dentro. E a Robertino piace, eccome, condire la propria vita con la giusta dose di piccante. Provare in un boccone quel gusto trasgressivo che solo una nota pepata può dare. Il che va considerato una qualità, che però Robertino non ama mettere in piazza. I suoi gusti sono cosa privata, come è giusto che sia. Anche se non ci sarebbe niente di male a dire, da calabrese, che ama il peperoncino. Ma lui preferisce così. Peccato, perché alcune pungenti verità che cuociono nella sua cucina chiusa al pubblico potrebbero diventare ricette gustose per tutto il suo elettorato.
Ma Robertino è geloso della sua ricetta, e allora si fa proteggere dal peperoncino, esibendosi a Diamante nel rito della “peperoncinizzazione”: un gesto scaramantico, quasi magico, per allontanare sventure e malocchi, ma soprattutto per trasformare in spettacolo ciò che altrove resta un segreto ben custodito. Alla fine i gusti sono gusti, e non ci sarebbe nulla di cui vergognarsi: anzi, basterebbe dirlo con la stessa naturalezza con cui un calabrese dichiara il suo amore per il peperoncino. Ma Robertino preferisce recitare la parte, farsi “peperoncinizzare”, camuffando, agli occhi della gente, con il folklore ciò che in realtà rende la sua vita piccante, piuttosto che ammettere la sua golosità per il peperoncino. Il messaggio è chiaro: a Roberto il peperoncino piace, anche se non vuole ammetterlo — chissà perché. E quella che si è appena aperta, proprio per le note pruriginose che scatena, rischia di diventare, anche senza il consenso di Robertino, una campagna elettorale davvero piccante.









