Travaglio: “Il movente dell’attentato le domande indiscrete e le notizie proibite. Basta querele temerarie”
“L’attentato era contro Sigfrido, dopo poche ore sembrava riguardasse tutto il giornalismo o una parte politica. Questo è un delitto che ha una vittima sicura, ed è Report e Sigfrido. Non sappiamo chi siano gli autori, possiamo immaginarci il movente e a quante persone ha pestato i piedi, credo il movente siano le domande indiscrete e le notizie proibite. Questo è un bene precisarlo perché l’isolamento dei giornalisti non viene dalla politica, quando il politico malsopporta il giornalista per lui è una medaglia”. Lo ha detto Marco Travaglio , direttore del Fatto Quotidiano, nel corso del suo intervento alla manifestazione per la libertà di stampa lanciata dal M5S in piazza Santi Apostoli, a Roma.
“Quello che è preoccupante non è quando arriva dai potenti, l’isolamento, ma dai colleghi, penso ad Assange – ha aggiunto -. Solamente perché faceva il mestiere nostro meglio di noi. E alla fine ha dovuto confessare un reato che non aveva commesso”. Per Travaglio “il problema non è più la censura, ma l’autocensura, quando fu cacciato Santoro dalla Rai non c’è nessuno che abbia fatto un minuto di sciopero. Se viene cacciato un giornalista famoso che difesa potrà avere il giornalista locale che si mette contro il sindaco, l’imprenditore locale. Noi nei confronti di Report ne abbiamo visto tanto di isolamento“, come “quando si trattava un tema come gli effetti collaterali dei vaccini e allora Report fu considerato No Vax”.
“L’isolamento – ha dichiarato – lo creiamo noi colleghi aiutando la gente a considerare Ranucci e la squadra non come da premiare ma come strani, malati, che fanno il contrario del loro mestiere. Ma il loro mestiere è quello che fa Report”. Travaglio ha rilanciato la necessità di ritirare le querele nei confronti di Ranucci e di leggi più tutelanti nei confronti dei giornalisti. “Non ci dev’essere l’immunità per i giornalisti – ha concluso – ma nemmeno per i politici”, che “querelano quando si scrive di loro” ma poi “diffamano” i giornalisti.