Cosa succede a Rossano? Le ore di tensione che si sono vissute ieri davanti e dentro il Palazzo di Città rappresentano la fotografia del Paese. Un sistema marcio e corrotto che si prende gioco dei cittadini e li mortifica nelle loro esigenze più basilari.
La rabbia della gente per i pastrocchi della sanità in mano a gente come Palla Palla e Pacenza si è accoppiata alla crisi della giunta Mascaro, ufficializzata qualche giorno fa con l’uscita dalla maggioranza della banda del generale Graziano.
Un mix esplosivo che ha lasciato chiaramente intendere che la misura è colma. La gente non ne può più ed è esasperata. Poi è chiaro che gli atti di violenza fini a se stessi non fanno parte della protesta autentica e sofferta della gente.
Come spesso capita, Franco Pacenza fa da paravento al presidente della Regione, che è il primo obiettivo delle sacrosante proteste dei rossanesi e di tutta la Calabria. Il loro bilancio è fallimentare e non ci sono attenuanti. La situazione della sanità sullo Ionio cosentino è insostenibile e richiede interventi urgenti sugli ospedali esistenti – in termini di personale, servizi ed apparecchiature – nonché sull’offerta sanitaria generale.
I cittadini queste storie le avvertono sulla loro pelle e la rabbia è giustificata.
Un capitolo a parte per la crisi politica rossanese.
La crisi ha soprattutto un nome: generale Giuseppe Graziano. Sì, proprio lui, il deus ex machina della lista civica “Il Coraggio di cambiare l’Italia” e l’artefice dell’assurdo patto elettorale tra Forza Italia (partito con il quale è stato eletto in consiglio regionale) e PD.
Graziano (che nella sua melassa conta anche su un fedelissimo di Ennio Morrone, tale Piero Lucisano) sta spingendo affinché venga tolta la delega di vicesindaco a Zagarese e al suo posto vorrebbe il prode Vincenzo Scarcello, ex presidente del consiglio comunale.
Il Generale, esperto in piroette trasversali, ha finito la sua squallida campagna acquisti iniziata dopo la formazione della giunta, con l’ex sindaco Antoniotti (che aveva fatto cadere nel 2013!) e Antonio Barone (altro consigliere di Antoniotti).
Antoniotti, che non ha mai lavorato nella gran parte della sua vita, venuto meno lo stipendio da sindaco, sta cercando un altro posto: il suo appoggio al generale in cambio di uno scranno al consiglio provinciale di Cosenza.

L’ex delfino di Caputo, che non ha esitato a tradirlo, ora ritorna con quelli che sul palco ha definito traditori. Questa è la politica dalle nostre parti.
Se Mascaro non accetterà l’imposizione di Graziano, sarà clamorosamente sfiduciato. Questo lo chiamano “il coraggio di cambiare” quando invece é solo “il coraggio di prendere più poltrone possibile”. Ma Graziano non si ferma ed ha già strizzato l’occhio, com’è già avvenuto in passato, alla solita Madame Fifì, che di cose rossanesi ne sa una più del diavolo.
In attesa dell’ascesa di Rosellina Madeo, attuale presidente del consiglio, a candidata sindaco.
Povera Rossano, in che mani sei andata a finire.