I veri padroni della malapolitica coriglianese-rossanese non erano certo gli uscenti Giuseppe Geraci e Stefano Mascaro, non è don Pasquale “Mollettun” Lapietra (che pure detiene il monopolio assoluto dell’informazione) e neanche i “capizzuni” cosentini di Pd e Forza Italia, che avevano imposto nel 2016 la candidatura di Mascaro insieme a tutti i faccendieri, vecchi e nuovi.
Il vero dominus della politica rossanese era ed è (si spera solo fino al 26 maggio, se i cittadini finalmente si sveglieranno) Giuseppe Graziano detto “il generale” (perché era ufficiale del Corpo Forestale), ufficialmente consigliere regionale ormai decaduto (pensava che nessuno si accorgesse che non si era messo in aspettativa alla Forestale!!!) di Forza Italia ma nella pratica deus ex machina di un movimento, “Il Coraggio di cambiare l’Italia”, che altro non è che un ricettacolo di affari e interessi inconfessabili e che raggruppa molti farabutti della peggiore specie (qualcuno in buonafede ancora si trova ma sono davvero pochi). Recentemente, si è anche “affiliato” al clan del Cinghiale. Della serie: Dio li fa e poi li accoppia.
Nella bagarre delle elezioni rossanesi del 2016, qualcuno ha presentato un dettagliatissimo esposto-denuncia al procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla. Il magistrato, evidentemente non l’ha preso sul serio. Eppure contiene tante di quelle informazioni che sarebbe veramente prezioso per il suo “lavoro”. Lo abbiamo ricevuto anche noi e lo abbiamo tenuto in naftalina per diversi mesi per verificare quanto conteneva. Poi, al termine di questa verifica, lo abbiamo tirato fuori e oggi è arrivato il momento di riproporlo.

Al Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari Dott. Eugenio Facciolla
ELEZIONI A ROSSANO – VOTO DI SCAMBIO
Il principale protagonista, nonché regista dell’accordo tra Forza Italia e il PD, è il consigliere regionale Giuseppe Graziano, già ufficiale del Corpo Forestale.
Forte della sua attuale carica politica (che oggi non ha più, ndr), ma anche della concomitante appartenenza al ruolo forestale, il Graziano esplica una intensa attività persuasiva non solo attraverso promesse di posti di lavoro, snellimenti di pratiche, concessione di contributi, ma anche “acquisti” di pacchetti di voto. In particolare, utilizza numerose società nelle quali detiene partecipazioni, con interessi nel settore della gestione ambientale, della vigilanza e così via.
Numerose persone sono state tratte in inganno, in concomitanza delle ultime elezioni regionali, con assunzioni di 2/3 mesi, appena il tempo di assicurare l’elezione del Graziano, per poi vedersi licenziate, anche dopo aver sostenuto ingenti costi per l’accessoriamento (ad esempio guardie giurate che hanno dovuto acquisire porto d’armi, armi e divise a proprie spese).
Il Graziano dispone di notevoli quantità di denaro, che in molti ritengono possano provenire da attività di riciclaggio. E’ stato infatti per quasi 5 anni direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria (governatore Agazio Loiero).
Dalle dichiarazioni, nonché da numerose denunce, di tale Antonio Ferrante, emerge un quadro impressionante sull’entità delle risorse finanziarie che il Graziano avrebbe accumulato in quel periodo, frutto – secondo il Ferrante – delle tangenti percepite a fronte delle innumerevoli autorizzazioni ambientali per impianti fotovoltaici, eolici, discariche, depuratori e così via.
Il Ferrante dichiara, ormai pubblicamente, di essere stato socio occulto del Graziano ed essere stato da questi incaricato, in quegli anni, di recuperare e di intascare il denaro derivante da tale attività e di averne disposto in grande quantità, sia per prestiti a soggetti in difficoltà a tassi elevati, che per altre attività di riciclaggio, per le quali – denuncia ancora il Ferrante – si avvaleva anche di altri soggetti sodali del Graziano, tali Calabretta, Sanzi, Pittore eccetera.
In particolare ricorda anche il periodo in cui i due ottennero il controllo della locale squadra di calcio (la Rossanese), della quale il Graziano ricoprì il ruolo di presidente. Tutto il pacchetto venne poi ceduto ad un imprenditore cosentino, socio del Graziano in altre iniziative, che gli garantì comunque una plusvalenza ed una ripulitura del denaro illecitamente acquisito.
1 – (continua)