Salerno. Le motivazioni della sentenza: la mazzetta di Cozzolino resta “oscura ed ancora molto poco chiara”

Nelle motivazioni della sentenza (38 pagine) che assolve Iacchite’ dalle accuse mossei dal signor Cozzolino, pubblico ministero in servizio effettivo permanente da 18 anni presso la procura di Cosenza, il giudice della seconda sezione penale del tribunale di Salerno, si avvia alle conclusioni così: “Gli articoli pubblicati, infatti, costituiscono l’immediato precipitato dei comportamenti – in tesi, tenuti da parte del Bafaro, del Cafaro, del Lanfranco e del dott. Cozzolino – ritenuti lesivi della regolare amministrazione della giustizia, e, dunque, il linguaggio piccato, polemico, ironico e finanche sarcastico in esso utilizzato rappresenta in concreto la critica – aspra e forte – manifestata dal Santagata e dal Carchidi sull’intera vicenda, al precipuo fine sia di stigmatizzare  tali comportamenti, sia di reclamare adeguate risposte dalle autorità competenti. E sempre allo scopo di cercare di far luce su una situazione obiettivamente oscura ed ancora molto poco chiara. Negli articoli del Santagata, in altri termini, non sono rilevabili espressioni aventi il carattere della mera aggressione personale e gratuita nei confronti del Lanfranco, del Bafaro e del Cozzolino, bensì, come evidenziato frasi ed espressioni funzionali alla denuncia di determinate condotte illecite, con la conseguenza che le espressioni considerate offensive in imputazioni devono ritenersi pienamente rientranti entro i limiti della contingenza espressiva, benchè aspra e pungente, come tale pur sempre espressione del legittimo diritto di cronaca”. 

Gli articoli in questione raccontano un giro di mazzette, dove il signor Cozzolino è coinvolto, “posto in essere” dall’associazione Prometeo di Cosenza, a danno dei fondi pubblici destinati alla formazione professionale. A chiamare in correità il signor Cozzolino è il signor Cafaro, coinvolto in prima persona nel giro di bustarelle. Il Cafaro ha indicato, in aula al cospetto del giudice, il signor Cozzolino come “l’utilizzatore finale” del giro di mazzette che ruotava intorno alle loro truffe, sostenendo di aver pagato una mazzetta di 200.000 euro per insabbiare un procedimento a suo carico (insieme agli altri componenti della Prometeo).

Nell’ultima pagina il giudice tira le somme concludendo così: “In conclusione… le notizie pubblicate dal Santagata sul quotidiano diretto dal Carchidi… devono essere ritenute scriminanti, in quanto provenienti da una fonte pienamente attendibile, peraltro pubblicate soltanto a seguito di attente e scrupolose verifiche, e confermate dal video pubblicato in uno degli articoli, precisamente in quello del 7.11.2015; di conseguenza, essendo totalmente scriminata la condotta diffamatoria originaria del Santagata, anche il Carchidi deve essere assolto dal reato a lui ascritto in rubrica perché il fatto non costituisce reato”.

Ora vedremo cosa farà la Procura di Salerno in merito alle conclusioni del giudice. Nel mentre una cosa la procura di Salerno l’ha già fatta: archiviare una denuncia contro Iacchite’ prodotta dal procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo che ci accusava di aver divulgato notizie coperte dal segreto di ufficio. Intanto, il pensionamento del Gattopardo (marzo 2024) si avvicina sempre di più e con esso – si spera! – anche l’allontanamento definitivo da Cosenza del signor Cozzolino e sarebbe pure ora… Da anni ormai la sua credibilità in città è pari allo zero per non parlare delle reazioni al suo passaggio: ma Cozzolino non lo sa che quando passa ride tutta la città? Lo sa lo sa, ma non vuole farsene ancora una ragione e presto sarà costretto a farlo. E quel giorno lo accompagneremo idealmente sull’autostrada cantandogli la canzoncina che l’ha reso ormai celebre in ogni angolo di Cosenza.