Salò o le 120 pene del decreto Paura

(di Marco Palombi – ilfattoquotidiano.it) – Per un certo numero di ore s’era deciso, parafrasando Forrest Gump, di titolare questa rubrica dedicata al decreto Sicurezza “Fascista è chi il fascista fa”. La definizione, però, rischiava di mangiarsi il ragionamento, il nome la cosa, e d’altra parte l’involuzione securitaria della politica italiana non è certo una trouvaille di questo governo: dai rigassificatori “opere strategiche” di Renzi ai Daspo urbani di Minniti fino ai decreti sicurezza del Conte-1, pure gli altri ci hanno messo del loro.

Questo nuovo decreto, però, ha quel più di sadico – un po’ talk show di Rete 4, un po’ Salò o le 120 giornate di Sodoma – che ne illumina bene le intenzioni e il retroterra culturale: guai ai ragazzetti green (o agli operai incazzati) che protestino bloccando una strada pacificamente; guai a chi occupi una casa, anche vuota e malmessa, per qualsiasi motivo (la pena sarà uguale a quella prevista per il reato di omicidio colposo per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro); guai a chi disturba i lavori del Ponte sullo Stretto (o del Tav o di altre opere); guai ai detenuti e ai ristretti nei Cpr che non obbediscono agli ordini, anche se fanno resistenza passiva, guai alle detenute con figli neonati, guai allo straniero che vuole una sim, guai a chi commette reati vicino a una stazione o a un porto (così, a cazzo), guai a chi coltiva canapa legale, guai pure ai truffatori, ma solo se la vittima è over 65.

In compenso, i membri delle forze dell’ordine potranno portare armi private senza licenza fuori servizio e quelli dei servizi segreti non solo commettere reati per infiltrarsi in associazioni terroristiche, ma anche organizzarle e dirigerle (sic). In attesa dello scontato via libera del Senato, il Decreto Paura – disegnato sulle ossessioni dei reazionari da divano e sui più concreti interessi di pezzi del capitale e della politica italiana – è stato approvato alla Camera giovedì, ovviamente con la fiducia, dopo una notte di ostruzionismo delle opposizioni e con la ciliegina del sì a un ordine del giorno firmato Igor Iezzi (Lega): invita il governo a “valutare” se introdurre la castrazione chimica volontaria per stupratori e affini. Niente cesoie, per carità, siamo pur sempre la patria del diritto (almeno fino al prossimo, inevitabile decreto sicurezza).