Samp-Catanzaro 0-0. La partita di Colao: “A “Genova per noi” un punto d’oro con Cisse “Perla nera” fuoriclasse”

di Riccardo Colao

Fonte: L’Italiano

GENOVA –«Con quella faccia un po’ così … quell’espressione un po’ così… che abbiamo noi
prima di andare a Genova … e ogni volta ci chiediamo … se quel posto dove andiamo
non c’inghiotte e non torniamo più»
… Ci perdoni Paolo Conte se utilizziamo il testo di “Genova per noi” – che canticchiamo nell’attesa del fischio d’inizio, per entrare in argomento e parlare di Sampdoria-Catanzaro… 

Nonostante la giornata lavorativa sugli spalti del Ferraris (vero nome dello stadio dove disputano gli incontri casalinghi il Genoa e la Sampdoria e che in tanti appellano “Marassi”) notiamo la presenza di un nutrito gruppo di sostenitori giallorossi come sempre presenti al fianco delle Aquile. La loro vicinanza ha reso meno oscura questa notte genovese che avrebbe voluto tingersi dei colori rosso, blu e bianco a strisce orizzontali e che invece si spegne coi fumogeni metà gialli e metà rossi sotto un coro di fischi per i locali.

Li osserviamo cantare a squarciagola con l’entusiasmo e i gesti di sempre … Sono giovani, son più di 300 e non sono morti né di freddo e né di emozioni e… qui ci viene in soccorso ancora una volta Paolo Conti e Bruno Lauzi che cantava questi bellissimi versi: “eppur parenti siamo un po’ di quella gente che c’è là che come noi e forse un po’ selvatica ma la paura che ci fa quel mare scuro che si muove anche di notte non sta fermo mai Genova per noi“…

PRIMO TEMPO – Di sicuro è il miglior primo tempo visto sino ad oggi dalla formazione di Aquilani. Iemmello è schierato al centro dell’attacco del modulo a 3-4-2-1. Il possesso palla delle Aquile è stato il punto nodale della prima fase del match. Abbiamo assistito ad una costante pressione giallorossa che ha costretto la formazione blucerchiata a rintanarsi nella sua meta campo e a tentare alcune sortite ogni qual volta era possibile sfruttare un errore o una distrazione (in verità ben poche) dei catanzaresi.

Cisse (si scrive così si legge Sissè) si è subito messo in evidenza portando il pallone con passo felpato e tecnica brasiliana e pure i suoi diretti avversari, sovente disorientati dalle serpentine e dai continui cambi di velocità. Proprio lui al 3′ suggerisce un taglio verso Cassandro che però si perde perché il difensore non si presenta puntuale all’incrocio con la sfera. Tra i primi dieci minuti e il quarto d’ora è stato molto bello ed istruttivo ammirare il possesso palla del “Catanza” che sembrava voler ipnotizzare i blucerchiati. Tuttavia – come anticipiamo – tanti passaggi e giripalla pochi tiri in porta. Al 13′ Favasuli crossa in area per Iemmello ma lo zar pure in elevazione non va oltre lo sfiorare il pallone. Sembrerebbe che la Samp stia a guardare o a prendere le giuste misure ma al 18′ Aildgaard arpiona la palla e mira alla destra di Pigliacelli. Il portierone non si lascia sorprendere e con un guizzo devia in corner. Cinque minuti più tardi è la volta del “Catanza” a creare due buone occasioni: è il 21′: calcia Iemmello che ricama su assist di Oudin e Ghidotti respinge, infine sulla ribattuta Oudin recupera e ritenta ma anche qui si ritrova Ghidotti attento e ben piazzato. Al 27′ appuntiamo sul nostro taccuino un tiro di Pontisso che non impensierisce nemmeno per un nanosecondo Ghidotti perché il pipelet sampdoriano raccoglie tra le braccia il pallone nemmeno fosse stato un retropassaggio. Tuttavia è sempre la formazione di Aquilani ad impostare e a tentare quanto può e quanto è nelle sue capacità tecniche e agonistiche. Cisse, sempre lui, svolazza al centro e sulle fasce e al 32′ serve Pontisso che sgancia un rasoterra deviato in corner. La partita continua così, sostanzialmente corretta grazie anche al buon controllo arbitrale ma quando il cronometro spacca il 45′, Dionisi decide che bisogna tornare agli spogliatoi senza nemmeno concedere almeno un minuto di recupero. La Sampdoria al completo esce dal campo sotto una bordata di fischi, a dire il vero, ingenerosi.

SECONDO TEMPO  Si riparte di gran carriera con l’istinto “omicida” da entrambe le formazioni che mirano ad assassinare il pareggio a reti inviolate. Al 48′ un calcio di punizione battuto da Cisse impegna Ghidotti che vola e si salva in corner dal tiro molto ben calibrato. Nonostante la Sampdoria faccia tutto ciò che è nelle sue possibilità per arginare la prepotenza catanzarese son sempre le Aquile a controllare il gioco e a ripartire verso la porta blucerchiata. Aquilani effettua i primi cambi rilevando Iemmello per Pittarello (che abbiamo visto molto mobile e sicuramente più incisivo rispetto alle altre partite) e Rispoli per Pontisso. Ma è il cambio di modulo che lascia intendere la sua volontà di rincorrere la dea Nike, quella della “vittoria”. Il “Catanza” ora gioca col 3-5-2. Cisse è una spina nel fianco; dal ruolo precedente di ala pura è impostato come mezz’ala e lo vediamo trottare, dribblare, inventarsi trucchi magici dal suo cilindro delle meraviglie. Al 68′ un tiro di Cassandro obbliga Ghidotti a parare con una certa difficoltà.

Ma è al 75′ che assistiamo al “numero” d’alta classe di Cisse che con una “roulete” imbambola il difensore e poi se ne va calciando il pallone che – mal per lui – finisce la sua traiettoria al di là dei pali. Il “dio arbitrale” Dionisi dimostra maggior generosità e dopo aver ammonito “Cisse” la perla nera” per un fallo apparso del tutto involontario sul portiere Ghidotti distribuisce altri quattro minuti. E la Samp? Sbuffa, si affanna, tenta di reagire ma è tacito che il suo tasso tecnico vale esattamente la posizione nella quale versa e cioè il fanalino di … Coda. 240 secondi che trascorrono forse fin troppo in fretta e si va sul finale in chiusura sullo 0 a 0 che, vittima designata, riesce ad uscire indenne al termine. Aquilani incassa un altro punto. La vittoria anche stasera non si è presentata ma a pagarne le maggiori conseguenze è la Samp. I suoi calciatori escono a testa bassa sotto una marea di fischi che lacerano l’aria e non promettono cose buone per il prossimo futuro.

CONCLUSIONI  «Genova – cantava Bruno Lauzi – è un’idea come un’altra e, quella faccia un po’ così… quell’espressione un po’ così che abbiamo noi mentre lasciamo il Ferraris di Marassi a Genova … ci porta «come ogni volta mentre circospetti… ci muoviamo un po’ randagi… » ….Non ci rimane che lasciarla questa “Genova per noi“, col suo “Ferraris” che a Marassi (quartiere storico, un tempo autonomo dell’ex repubblica marinara) è sempre stato il gigante (nelle varie evoluzioni) immobile e incastonato nel tessuto urbano, per correre – col pensiero – a Monza dove i Giallorossi incontreranno gli orfani di Berlusconi e Galliani ormai trapassati nella nuova acquirente societaria tutta americana! Sarà in Lombardia che il Catanzaro conquisterà la sua prima vittoria? Lo sapremo sabato 4 ottobre… Giallorossamente vostro!

Riccardo Colao