San Giorgio tra fede e rispetto. Reggio celebra il suo patrono

Una città divisa tra il raccoglimento per la morte di Papa Francesco e la tradizionale devozione per il suo Santo Patrono. Oggi, 23 aprile, Reggio Calabria rende omaggio a San Giorgio, il cavaliere martire che da secoli protegge la città con la sua figura leggendaria e il suo coraggio immortale. La festa, però, quest’anno si tinge di sobrietà. In segno di lutto per la scomparsa di Papa Francesco, avvenuta solo due giorni fa, l’amministrazione comunale ha deciso di annullare alcuni degli eventi collaterali più attesi, come la cerimonia di consegna dei San Giorgi d’Oro, prestigioso riconoscimento cittadino destinato ogni anno a personalità reggine distintesi per meriti civili, culturali e sociali.

Tuttavia, il cuore spirituale della celebrazione resta intatto. Le funzioni religiose, le processioni ridotte e gli omaggi floreali alla statua del Santo si svolgono in un clima di compostezza e partecipazione, con i cittadini che si raccolgono in preghiera anche per ricordare il pontefice scomparso, così vicino nel suo pontificato alle periferie del mondo e ai valori evangelici incarnati proprio da San Giorgio.

Un cavaliere tra storia e leggenda

Ma chi era San Giorgio, e perché Reggio Calabria lo ha scelto come suo patrono? Secondo la tradizione cristiana, San Giorgio fu un soldato romano di origini cappadoce, vissuto tra il III e il IV secolo d.C. Convertitosi al cristianesimo, fu martirizzato sotto l’imperatore Diocleziano per essersi rifiutato di rinnegare la propria fede. Il suo culto si diffuse rapidamente in Oriente e poi in Occidente, grazie anche alla celebre leggenda del drago, simbolo del male, che egli affrontò per salvare una principessa e tutto un popolo.

Una figura che unisce idealmente il coraggio del guerriero alla compassione del cristiano: lottare per i più deboli, difendere la giustizia, affermare il bene anche a costo della vita. Valori che fecero di lui un modello di riferimento per intere generazioni, e che gli valsero il titolo di Patrono non solo di Reggio Calabria, ma anche di moltissime città in tutto il mondo.

A Reggio, il culto di San Giorgio risale al Medioevo, e pare sia stato ufficializzato dopo che la città fu salvata da una terribile pestilenza, proprio per sua intercessione. Da allora, ogni 23 aprile, la comunità si stringe intorno al suo santo protettore, in una festa che unisce fede popolare, identità storica e senso di appartenenza.

Una festa sospesa tra emozione e responsabilità

Quest’anno la devozione si fa più silenziosa, ma non meno sentita. Le campane suonano più lente, le vie del centro storico sono ornate con discrezione, e la messa solenne in Cattedrale si trasforma in un momento di riflessione collettiva. Il volto di San Giorgio, con la spada sguainata e il drago ai piedi, continua a raccontare una storia che va oltre il tempo: quella di chi non si arrende, di chi crede nella luce anche quando tutto sembra buio.

In questo 2025 segnato dalla perdita di una guida spirituale come Papa Francesco, Reggio ritrova nelle radici del suo patrono un messaggio potente e attuale: il coraggio della fede, la forza del bene, la speranza che ogni comunità può trovare nei propri simboli più profondi. E forse proprio oggi, in questa apparente quiete, San Giorgio parla alla sua città più forte che mai. Fonte: ReggioTv