COMITATO 18 GENNAIO – NOTA STAMPA
Risposta al vicesindaco Salvatore Cocchiero e al Consigliere Antonio Veltri
Con sconcerto leggiamo le dichiarazioni del vicesindaco e del consigliere Antonio Veltri, che rispondono con sarcasmo e arroganza alle legittime osservazioni espresse da Giovanni Oliverio, rappresentante del Partito Socialista Italiano, in merito alla mancata erogazione di energia elettrica presso alcune strutture comunali.
Invece di chiarire i motivi di un disservizio grave e prolungato, che penalizza cittadini, associazioni e giovani sportivi, si preferisce deridere chi pone domande scomode, lanciare accuse generiche contro il passato e negare l’evidenza con toni da comizio. È un atteggiamento che offende non solo chi lo riceve, ma anche il senso stesso del confronto democratico.
Il Partito Socialista oggi non è rappresentato in Consiglio comunale, ma ciò non significa che debba essere ridotto al silenzio o considerato fuori dal perimetro della cittadinanza attiva. Al contrario, chi sceglie di intervenire nel dibattito pubblico con senso di responsabilità e spirito critico merita ascolto e rispetto, non denigrazione.
L’Amministrazione in carica ha il dovere di garantire servizi pubblici funzionanti, non di coprire i guasti e le inefficienze con giochi di luce e comunicati trionfalistici. I cittadini non si nutrono di luminarie né si curano con selfie istituzionali: ciò che chiedono è luce reale negli impianti, scuole sicure, strade curate, trasparenza nell’uso delle risorse.
Attribuire ogni colpa al passato non giustifica l’incapacità di affrontare i problemi del presente. Rivendicare “cantieri aperti” non basta, se non si è in grado di garantire l’essenziale. E definire “veleno” ogni voce critica significa solo aver paura del confronto.
Il Comitato “18 Gennaio” non fa opposizione per mestiere, ma per necessità civica. Continueremo a denunciare ogni forma di spreco, a pretendere chiarezza sull’uso dei fondi pubblici e a sostenere tutte le forze, interne o esterne al Consiglio comunale, che scelgono di difendere l’interesse collettivo, anche controcorrente.
Perché il silenzio di chi governa non può diventare la regola, e la voce di chi vigila non può essere ridotta a rumore di fondo.









